Confindustria designerà oggi il prossimo presidente, con una sfida all’ultimo voto tra il salernitano Vincenzo Boccia ed il bolognese Alberto Vacchi. E’ una partita al fotofinish come dimostra l’orientamento dei 198 grandi elettori che è già sotto osservazione da giorni: la conta di chi ha già scoperto le carte oscilla sul filo del pareggio (a seconda dei calcoli è dato per favorito l’uno o l’altro, sempre con margini non ampi, e in ogni caso con il rischio di sorprese nel segreto dell’urna); poi ci sono altri 15-20 voti su cui le carte sono ancora coperte, e potrebbero fare la differenza. Sarà il Consiglio Generale a designare il nuovo presidente che, per l’elezione finale, dovrà poi attendere il voto di conferma dell’assemblea privata del 25 maggio, quando si pronuncerà la platea completamente diversa di oltre 1400 industriali. Dopo il primo round, quando sono usciti di scena due dei quattro candidati, gli equilibri sono apparsi più ingessati ed i margini di manovra minimi. Le diplomazie confindustriali sono comunque ancora al lavoro sulle rifiniture, su ultime mosse per sigillare equilibri complessi. C’è così attenzione, ad esempio, sulla prossima presidenza del gruppo editoriale di via dell’Astronomia. Proprio il Sole 24 Ore, a partire dalla presidenza del gruppo, molto ambita da esponenti di entrambi i fronti, è stato al centro di grandi manovre che si sono intensificate negli ultimi giorni, con molti candidati autorevoli e molte promesse in più direzioni. E sarà interessante vedere come andrà a finire. Con il numero delle vicepresidenze ridotto a sei dalla recente riforma sono pochi i ‘posti’ chiave per le strategie della prossima presidenza. Lo è sicuramente quello della delega alle redazioni sindacali, scelta che detterà la linea sul terreno incandescente della riforma del sistema contrattuale. “Lavoreremo per rafforzare sempre di più l’indipendenza del Sole 24 Ore”, si propone nel suo programma Vincenzo Boccia: “Dovrà essere sempre più portatore della cultura economica e industriale del nostro Paese”. Come l’Università Luiss, il gruppo editoriale di Confindustria è un “asset strategico” anche per Alberto Vacchi, che punta a “riportare a sistema” i due ‘beni’ dell’associazione degli industriali: del Sole 24 Ore ritiene necessario “proseguire sull’inevitabile strada del risanamento”. E’ politicamente più delicato e più sentito il nodo delle relazioni sindacali, con la voglia che c’è di ‘falchi’ e non di colombe nei corridoi di via dell’astronomia ed ai vertici delle aziende. Per Boccia la Confindustria dei prossimi quattro anni ha la “grande responsabilità” di completare le riforme avviate dal Jobs Act (ora che “il governo ha aperto la strada”). Boccia, ‘cresciuto’ per anni nel cuore di Confindustria, dice: “La mia sarà continuità nei valori e nell’identità e cambiamento che ci è imposto dai nuovi contesti nello stile, nel merito, nella struttura”.
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