In occasione della Festa nazionale de L’Unità, di oggi, Piero De Luca (membro dell’ Assemblea nazionale PD) parteciperà a Milano a due appuntamenti: il “Seminario sul partito” – nel panel relativo alla proiezione europea del PD e ai rapporti con il PSE, al quale prenderà parte anche l’On. Gianni Pittella, Presidente del gruppo Socialista del Parlamento Europeo; e il “Seminario sul Sud”, coordinato dalla Presidente Debora Serracchiani.Quest’ultimo, in particolare, rappresenta il primo di una serie di incontri tematici che il PD nazionale ha inteso organizzare nelle prossime settimane per definire il Masterplan per il Sud, di cui si è discusso durante l’ultima Direzione nazionale.Il confronto avrà ad oggetto in particolare i temi relativi all’imprenditorialità ed allo sviluppo economico del Sud, aprendo una riflessione più ampia che coinvolgerà anche il tema delle infrastrutture, dei fondi europei e del rafforzamento del c.d. capitale umano, con particolare riguardo al mondo dell’istruzione e dell’università, ai quali saranno dedicati peraltro degli ulteriori incontri nelle prossime settimane.Al dibattito in programma oggi, parteciperanno, quali relatori, il dott. Domenico Arcuri (Amministratore delegato Invitalia), il prof. Federico Pirro (Consigliere Svimez e docente di storia dell’industria all’Università di Bari) e il dott. Alessandro Laterza (Vice Presidente Confindustria per il Mezzogiorno e Politiche regionali) che delineerà il quadro dell’attuale situazione economica nel Mezzogiorno.Al termine di queste relazioni, si aprirà un dibattito al quale prenderà parte anche Piero De Luca. La sua riflessione sarà incentrata sulla creazione delle condizioni strutturali per consentire alle piccole e medie imprese di svilupparsi e rafforzarsi, nonché per attirare nei prossimi anni gli investimenti di grandi gruppi industriali ed imprenditoriali.A tal fine si solleverà l’attenzione sulla necessità di interventi per facilitare l’accesso al credito (ad esempio attraverso fondi di garanzia), per incentivare le start up, e per creare dei veri e propri distretti industriali. Ma si analizzerà anche l’opportunità, almeno in una prima fase di rilancio, di politiche fiscali di vantaggio per gli imprenditori che intendano impiegare i loro capitali al Sud, così da rendere più convenienti e competitivi gli investimenti nonostante le criticità ancora esistenti rispetto ad altre zone del Paese e dell’Europa.I settori su cui puntare, oltre ai tradizionali, sono quelli delle nuove tecnologie, dell’energia rinnovabile, della logistica e dei trasporti, senza dimenticare l’industria del turismo, da considerare centrale nel futuro impegno politico per il Sud. A tal riguardo, in particolare, pare ormai indispensabile procedere ad una mappatura completa dell’offerta ambientale, culturale e ricettiva, da accompagnare alla definizione ed alla promozione di percorsi turistici che valorizzino le risorse del nostro territorio, l’enorme patrimonio archeologico e monumentale, i borghi storici, le tradizioni e le produzioni locali soprattutto nel settore dell’artigianato e della filiera enogastronomica. Tutto questo per raggiungere l’obiettivo a medio termine di destagionalizzare i flussi turistici nel Sud ed in Campania. Parte importante delle risorse economiche necessarie potrà e dovrà essere reperita, tra l’altro, attraverso un impegno forte per un utilizzo serio, corretto ed efficace dei fondi strutturali europei, che consenta di non assistere nuovamente al disastro di miliardi di euro non utilizzati e restituiti a Bruxelles a causa dell’incapacità manifestata negli anni scorsi da alcune Regioni nel programmare, nell’implementare gli interventi e nel rendicontare adeguatamente la spesa, ma che consenta di evitare altresì il dramma di risorse europee che non sono utilizzate per realizzare infrastrutture, per migliorare i trasporti pubblici o per sostenere gli investimenti, ma sono invece polverizzate in miriadi di micro iniziative o di sponsorizzazioni che non creano né economia né sviluppo in termini strutturali e permanenti.È questa la strada per favorire la crescita e creare lavoro soprattutto per i giovani del Mezzogiorno. Il settore pubblico non può da solo far fronte alla sempre maggiore richiesta di occupazione e non può da solo rilanciare e far ripartire seriamente il Mezzogiorno, ma può e deve creare le condizioni di contesto necessarie ad incentivare il comparto privato a puntare sul Sud, mettendo in campo adeguate ed efficaci sinergie per ritornare ad essere competitivi sui mercati europei e mondiali. D’altro canto, le energie, le professionalità e le capacità non mancano.
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