Al via stamane la III masterclass internazionale promossa Associazione Centro Studi Mousikè: tre giorni di formazione, concerti ed esposizione dei gioielli del brand francese Marigaux. Tre nomi stellari Ivan Podyomov, Domenico Orlando e Luca Vignali a tener lezione, unitamente a Raffaella Cardaropoli e Mattia Esposito
di Olga Chieffi
Espressione dell’irrazionalità al di là della ragione, del calcolo, dell’idea, è Dioniso il suonatore di aulòs. Dioniso è l’incantatore immediato, il mistico, l’espressione di quel dionisiaco celebrato da Nietzsche nella Nascita della Tragedia, un suono libero dai principi della ragione, dai vincoli e dalle costrizioni sociali. Dal mito, l’oboe moderno, lo strumento ad ancia doppia, è questo lo strumento che apre “La voce della luna” l’ultimo film di Federico Fellini, che evoca il diabolus in musica, il celebre tritono, e il suonatore di oboe dice che “La musica viene definita come “qualcosa che promette, promette, e non mantiene mai”; e si dice che “nelle pause si infilano i demoni e i fantasmi e che promette a tutti…la gioia, la serenità, l’oblio…e che tutti saremo felici, tutti accettati, anch’io. E invece no: invece non è vero, no, no”. La musica non può promettere l’oblio, poiché è estremizzazione di quel “daimon” primario, quell’inclinazione istintiva appartenente all’uomo come un’orma nell’anima e l’oboista de’ “La voce della luna” una volta sotterratolo, poiché forse creduto preda del diavolo, non può che prendere posto nel loculo assegnatogli. Proprio su questo strumento si accenderanno da questa mattina i riflettori, grazie a una reunion di solisti e docenti riuniti a Bracigliano da Giovanni Borriello, Luigi De Nardo e Ferdinando Sarno. Taglio del nastro per la III edizione della masterclass Internazionale, promossa e organizzata dall’ Associazione Centro Studi Mousikè di Gragnano, ospite del comune di Bracigliano e col patrocinio della regione e del Mic, che vedrà fare un’esperienza inarrivabile a tanti strumentisti con Ivan Podyomov, I oboe della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, l primo oboe Domenico Orlando, dell’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, Luca Vignali I oboe del teatro dell’ Opera di Roma, fiati ai quali si aggiungerà un violoncello speciale, quello di Raffaella Cardaropoli padrona di casa, solista e docente del conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino e il direttore d’orchestra Mattia Esposito, che terrà il laboratorio di formazione orchestrale e supporterà i solisti nei due concerti che si svolgeranno il 28 e il 29 maggio , nell’auditorium di Palazzo De Simone. La serata di domani, principierà alle ore 20 e saluterà il concerto dei docenti con Ivan Podyomov e Domenico Orlando che omaggeranno la scuola veneziana con i doppi concerti di Tomaso Albinoni il terzo dell’opus 9 e Antonio Vivaldi, con il concerto in Re minore Rv 535, strutturato nell’antica forma della sonata da chiesa, in cui gli oboi si alternano quasi sempre in coppia al lavoro dei ripieni, echeggiando la desueta forma del concerto grosso e conferendo alla struttura una forza scultorea singolare. Un tributo a due geni indiscussi del panorama barocco, i quali consegnarono delle chiavi dai veneziani all’Europa, chiudendo – e aprendo – due periodi meravigliosi della storia della musica. Luca Vignali, invece, dedicherà al pubblico una trascrizione per oboe e archi del celeberrimo intermezzo dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni che ben si espande rinforzando ondeggiando, come il vento e gli stessi sentimenti umani, fluttuando per i loro ciechi labirinti e il Lamento di una Ninfa di Claudio Monteverdi costruito su di un ostinato tetracordo dorico discendente, reiterato al grave ben trentaquattro volte, ovvero per tutta la lunghezza del Lamento, si leva il compianto struggente della protagonista qui affidato al suono dell’oboe che farà prendere alla canzonetta di Rinuccini corpo e spessore dimensionale, un vero risalto tragico. Mattia Esposito oltre supportare i solisti eseguirà, alla testa della Echos Chamber Orchestra, la terza Suite, “Antiche danze ed arie per liuto” di Ottorino Respighi op.172, che comprende l’Italiana, una garbata e composta melodia di anonimo, le Arie di corte, ovvero un florilegio di canzoni francesi, aperto e chiuso dallo stesso brano e con un riflessivo “Lento” in posizione centrale, seguito da una Siciliana, anch’essa anonima, dal carattere pastorale, e a chiudere, la Passacaglia di Ludovico Roncalli, un tema maestoso e caratteristico arricchito da severe variazioni, in cui si potrà ascoltare l’imperioso suono del cello di Raffaella Cardaropoli. La seconda giornata di concerto il 29, saluterà l’esecuzione del Divertimento N°2 di Wofgang Amadeus Mozart, una grande formazione, in cui suoneranno docenti e allievi, prima di chiudere con l’orchestra che dedicherà al pubblico la Serenade op.20 di Edward Elgar puntato su una fresca vena melodica dalle suadenti modulazioni, contraddistinta da sapido lirismo, rivelatore di uno stile creativo dai gusti raffinati. Un altro momento importante sarà la possibilità di vedere e provare tutte le novità della massima etichetta di oboi, la Marigaux, da più di 85 anni sinonimo di quelli dei più grandi esecutori di oboe un punto di riferimento del suono dell’oboe in tutto il mondo.