Tutti dovrebbero riflettere su ciò che sta accadendo in Campania per le regionali, e dovrebbero farlo innanzitutto Renzi e il Pd. Siamo in presenza di obiezioni insuperabili alla candidatura di De Luca dalla condanna e dalle conseguenze della Legge Severino alla costruzione di liste civiche che servono a traghettare interi pezzi di ceto politico e di portatori di consenso vissuti come succursali locali del potere berlusconiano”. Lo afferma Nichi Vendola in un’intervista al quotidiano Il Mattino.
“Questi 2 problemi – prosegue il leader di Sel – dovrebbero imporre a tutti nel centrosinistra un atto di coraggio. La cosa che mi stupisce è il fatto che l’elenco infinito delle vittime della rottamazione renziana, che comprende parte rilevante del suo partito, e perfino la liquidazione sbrigativa della Cgil si fermi a Salerno. Noi stiamo lavorando in queste ore per definire il profilo di una possibile alleanza alternativa, immaginando anche che si muova qualcosa nel Pd”.
“E a De Magistris – dice ancora Vendola – dico che proprio nessuno può fare l’agnostico quando sono in gioco valori non negoziabili che danno valore sostanziale alla partecipazione e alla democrazia. Io credo che su queste elezioni campane si abbatterà un ciclone politico mediatico senza precedenti e sarà per tutti difficile dire: io mi occupo d’altro. Io vorrei – conclude – che al sistema di potere della destra che ha malgovernato la Campania si contrapponesse innanzitutto una speranza e non un sistema di potere non alternativo ma che sembra essere cooptativo di quel mondo che si vorrebbe archiviare”.