Il meraviglioso e prezioso dipinto su tavola in legno del XIV secolo, raffigurante la Madonna di Costantinopoli con il Bambino e gli Angeli, oggetto di grande devozione da parte dei salernitani che la chiamano:”La Madonna che viene dal Mare” e che ogni anno, nel mese di agosto, viene portata in processione su una barca, da Torre Angellara sino allo specchio d’acqua antistante Piazza Cavour, è tornato al suo antico splendore grazie al restauro conservativo realizzato dai funzionari conservatori del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza Alessandro Manzo e Lucia Vitolo, e dai collaboratori Ilaria Fuoco e Marcella Stanzione.
Tutte le fasi del delicato restauro della tavola, collocata da circa seicento anni sull’altare della Chiesa di Sant’Agostino, sono state illustrate, giovedì sera nella sala conferenze del Museo Diocesano, da Alessandro Manzo, e da Ilaria Fuoco, alla presenza della dottoressa Anna De Martino , Responsabile dei Servizi Educativi della Soprintendenza, e del Direttore del Museo Diocesano, don Alessandro Gallotti..
«La tavola fu già restaurata da noi nel 1986» ha spiegato Manzo «il nuovo intervento è consistito nel ripristinare e consolidare la superficie pittorica che, a causa del calore di una lampada a luce calda, dalla potenza di oltre 150 lux, era stata danneggiata in modo serio, con decoesione della pellicola pittorica, soprattutto nella parte inferiore».
Il restauro, durato oltre due mesi, è consistito nel disinfestare, consolidare e pulire l’opera realizzata in tempera magra. «Abbiamo rimosso anche le sostanze e i ritocchi pittorici estranei al dipinto e all’altezza del ginocchio destro della Vergine, abbiamo scoperto un’iscrizione datata 1491 che la Curia sta studiando. Siamo intervenuti anche sul supporto in legno di castagno» ha spiegato la giovane Ilaria Fuoco, laureanda in Restauro al Suor Orsola Benincasa di Napoli.
La dottoressa Anna De Martino, ha ricordato le origini della tela: «La tavola trecentesca che iconograficamente raffigura la Madonna in trono che indica con la sua mano destra il Bambino che rappresenta il Buon Cammino che dovevano seguire i pellegrini di Costantinopoli, è molto preziosa e rara per il nostro territorio, si ricollega all ‘ambito figurativo napoletano dell’epoca angioina, alla cui corte c’erano artisti come Giotto e Simone Martini. L’opera è stata realizzata da un artista anonimo, riconducibile stilisticamente al “Maestro delle Tempere Francescane”» e la leggenda sul suo ritrovamento «La tradizione narra che la tavola della Madonna sia stata ritrovata, nel 1453, sulla spiaggia prospiciente il Convento di Sant’Agostino, attualmente sede della Provincia, a seguito del naufragio di una nave di mercanti in fuga da Costantinopoli. Un muratore, intento a scavare della sabbia con il badile, tocca la tavola che poi viene recuperata dal popolo accorso alle sue grida e posta in adorazione nel chiostro del Convento di Sant’Agostino perché considerata miracolosa».
Alcuni presenti, hanno ricordato che oltre cinquant’anni fa la corona d’oro che cinge il capo della Madonna, fu rubata e successivamente ricomprata dai fedeli.
Dopo la presentazione del restauro è stata aperta una nuova sala del Museo, voluta dalla dottoressa Emilia Alfinito e da Don Alessandro Gallotti, dove sono state collocate delle opere dedicate al Natale che erano conservate nei depositi del Museo: «Dipinti seicenteschi, come l’Adorazione dei Pastori”, dei bellissimi manufatti in avorio e corallo di scuola trapanese, un bellissimo presepe napoletano ligneo del ‘700 e una bellissima natività in alabastro del ‘600» ha spiegato don Alessandro che ha anche annunciato l’apertura a breve, con la collaborazione della Soprintendenza, di altre sale del Museo dove saranno collocate, a rotazione, le tante opere conservate nei depositi.