di Marta Naddei Quando sono entrati in villa Carrara non vi hanno trovato neanche la pedana sulla quale avrebbero dovuto esibirsi. Erano da poco passate le 18: i “Picarielli – Piccola compagnia di musica popolare”, alle 20 avrebbero dovuto deliziare e rallegrare con la loro musica gli spettatori accorsi. Spettatori che sono rimasti a bocca asciutta mentre i sette componenti del gruppo (Antonio Santoro, Roberta Manzo, Simona Totaro, Marco Di Domenico, Michele Taurone, Alfonso Forlenza e Emilio Gioia) sono rimasti a strumenti e voci silenziati. Il loro show era previsto per la serata di sabato, nella cornice della villa Carrara di Pastena, nell’ambito degli eventi della seconda giornata della Notte bianca ma qualcosa, anzi più di qualcosa non è andato per il verso giusto. A partire dal “service”, ovvero il servizio di fornitura degli impianti audio e di illuminazione, arrivato sul posto quando lo spettacolo sarebbe dovuto iniziare fino a giungere al sostanziale abbandono nel quale i musicisti salernitani sono stati lasciati dall’apparato organizzativo della Notte bianca, evento curato e promosso dalla Cidec di Salerno. Ed il giorno dopo il “fattaccio” sono tante la rabbia e l’amarezza che traspaiono dalle parole degli artisti locali, a cui non è stato concesso – vuoi per disorganizzazione, vuoi per superficialità – di esibirsi, facendo perdere loro un’occasione non solo per trasmettere la propria arte ma anche per farsi ulteriormente conoscere. Senza considerare il danno che pure hanno avuto coloro che avrebbero avuto piacere di concedersi una serata all’insegna della musica popolare. «Avremmo potuto suonare qualcosa in acustica – commenta Antonio Santoro – ma onestamente non ce la siamo sentita. Sarebbe stata una farsa e sarebbe stata sminuito ancor di più il nostro lavoro. Mi sarebbe piaciuto sapere se, a parità di problemi, il rapper Clementino (che sabato sera si è esibito in piazza Giancamillo Gloriosi, ndr) sarebbe stato lasciato in balia di se stesso e senza l’opportunità di esibirsi. Non stiamo mettendoci a paragone con lui ma rivendichiamo la nostra dignità di artisti, il nostro diritto ad esibirci senza problemi e quello degli spettatori che ci hanno scelti di ascoltarci». Responsabilità che i “Picarielli” riscontrano tanto nella scarsa qualità del “service” quanto nella disorganizzazione alla base della serata: «Colui che avrebbe dovuto curare l’impiantistica si è presentato soltanto alle 20 passate – racconta ancora il musicista – con attrezzatura non adatta e con un atteggiamento non proprio collaborativo, tanto che al seguito di una discussione ha ben pensato di andare via. Non è andata meglio con il responsabile della Cidec Mario Arciuolo che è venuto a sincerarsi di quanto stesse accadendo soltanto intorno alle 21». Insomma, i “Picarielli”, lasciati completamente soli, non hanno potuto far altro che non esibirsi, con buona pace anche delle persone presenti: «Una signora mi ha anche raccontato di aver posticipato di un giorno la data della sua partenza per le vacanze pur di venire ad ascoltarci. Tutto quello che è accaduto ha portato con sé una gran mancanza di rispetto non solo nei nostri confronti ma anche in quelli degli spettatori. Il nostro è un mestiere che, spesso e volentieri, va avanti solo con la passione di chi lo fa e noi da anni ci battiamo per dare visibilità e dignità alla musica popolare. Questa volta ci hanno tolto questa possibilità». Ancora una volta, dunque, Salerno si conferma la città che proprio non riesce a valorizzare i propri figli, relegandoli in un cantuccio e spesso impedendo loro di trasmettere tutta la “poesia” contenuta nella loro arte.
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