Note di solidarietà con l’Accademia Chopin - Le Cronache Spettacolo e Cultura
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Note di solidarietà con l’Accademia Chopin

Note di solidarietà con l’Accademia Chopin

Sin dal periodo preomerico, la musica era già integrata con la medicina: Chirone il centauro, maestro di musica di Achille, era sia musicista che medico, parimenti, lo stesso Apollo, dio della musica e protettore della medicina. In seguito, nel periodo ippocratico la musica simboleggerà e configurerà una forza di natura arcana, indomabile, legata alla potenza del male e del bene, capace di lenire il dolore, di sanare il corpo, d’esaltare l’uomo al divino oppure d’abbatterlo nei tormenti dell’angoscia. Musica e medicina, un binomio inscindibile, scenderà in campo, domani sera alle ore 20, al teatro Diana di Nocera Inferiore, per una raccolta fondi diretta alla ricerca oncoematologica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma per progetti legati al perfezionamento delle Cart-T e altre terapie innovative, in ricordo di Simona Sereno. Il concerto-evento, che gode del patrocinio del comune di Nocera, promosso da Lucia Amendola, con la direzione artistica di Paola Petrosino e la partecipazione di Teresa Staiano, saluterà in palcoscenico la performance della Chopin Chamber Orchestra diretta da Luca Gaeta, il quale ospiterà in veste di Special Guest il soprano Anna Corvino. Il programma eterogeneo e composito che spazierà dalle melodie famose che abbiamo ascoltato nei fil, passando per le romanze da salotto e chiudere con i carol Christmas, principierà con “Somewhere Over The Rainbow” una canzone di speranza per tutto e tutti scritta da Harold Arlen con testi di E.Y. Harburg, cantata da Judy Garland nel film Il mago di Oz del 1939. Il tema di Over the Rainbow presenta una spiccatissima somiglianza sia armonica che melodica con il tema dell’intermezzo del Guglielmo Ratcliff di Pietro Mascagni. Si passerà, quindi, si passerà all’Henry Mancini, mentore di Williams, di Colazione da Tiffany e l’estatica melodia di Moon River. Trasferta oltreoceano per West Side Story di Leonard Bernstein, per  la versione della scena shakespeariana del balcone, Tonight, rimane ancora oggi uno dei più potenti showstopper (pezzo che ferma lo show, provocando applausi a scena aperta) del teatro di Broadway. Pezzo strumentale sarà la più celebre delle danze ungheresi di Johannes Brahms con un passionale quattro mani e orchestra, con un cambio di continente per la Danza Ungherese n°5 in Sol minore di Johannes Brahms, una delle pagine più note del genio tedesco ispirato al brano Bartflai Emlék di Keler Bela. Le due particolarità più evidenti sono l’alternanza di due temi di carattere opposto, di cui il primo ripetuto alla fine, ed una struttura ritmica molto marcata, come solitamente accade per tutti i brani di origine popolare. Si proseguirà, con Tosti e il suo Sogno, una canzone profonda e carica di emozioni che, attraverso un testo delicato e poetico esplora il tumultuoso viaggio dell’amore, della tentazione e della negazione finale, un tenero appello trasmesso in toni sommessi che indica vulnerabilità e un profondo desiderio di comprensione e reciprocità.

Passaggio all’operetta con  “Tu che m’hai preso il cor” da “Il paese del sorriso” di Franz Lehar, in cui stavolta il soprano eseguirà la celeberrima aria del tenore Sou-Chong, dalla fresca e spiegata melodia. A Dream Is a Wish Your Heart Makes (noto nella versione italiana come I sogni son desideri) la canzone, che seguirà, pubblicata nel 1950, tratta dal film d’animazione di Walt Disney Cenerentola cantato da Ilene Woods nel ruolo della protagonista. Nella canzone, Cenerentola incoraggia i suoi amici animali a non smettere mai di sognare e quel tema continua per tutta la storia. La song è stata ispirata dallo Studio d’esecuzione transcendentale No. 9 (Ricordanza) di Franz Liszt ed è divenuta uno dei grandi classici americani tra le dita anche di jazzisti del calibro di Bill Evans e Keit Jarrett. Si passerà, quindi, a di “Non ti scordar di me”, un valzer lento con echi melodrammatici Il finale che comprenderà tutte carole natalizie, inizierà con l’Ave Maria di Charles Gounod, il quale la costruì sovrapposta al Preludio n. 1 in do maggiore dal I Libro del Clavicembalo ben temperato (BWV 846) di Johann Sebastian Bach, per poi andare a toccare le tradizioni musicali di questo periodo nel mondo. Sigillo alla serata con “Il nostro concerto” un omaggio a Umberto Bindi, con il mentore paroliere Giorgio Calabresi e una canzone con l’intro strumentale più lungo della storia del pop italico, “70 interminabili secondi”, uno dei capolavori della musica leggera italiana degli anni Sessanta, un brano di impianto chiaramente sinfonico, che parte con una lunghissima introduzione  strutturata come un vero e proprio concerto per pianoforte e orchestra, e prosegue con la voce dell’artista che canta un motivo in crescendo, fino all’acuto finale.

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