La banda musicale dell’Aeronautica Militare in concerto a Camerota stasera alle ore 18, presso il Teatro Kamaraton. Performance dedicata al cornista Giovanni Battista Cutolo con la madre Daniela Maggio in platea. Doppia emozione per il direttore Maggiore Pantaleo Leonfranco Cammarano che torna nei luoghi dove tutto ha avuto inizio
Di Olga Chieffi
Concerto al tramonto, fissato per le 18, nell’anfiteatro Kamaraton, con la banda Musicale dell’Aeronautica Militare, un emozionante doppio debutto, per la prestigiosa formazione e per il suo Maestro Maggiore Pantaleo Leonfranco Cammarano che torna a Camerota, suo luogo natale dove tutto ha avuto principio. L’occasione per muovere la super-band è stata, oltre le celebrazioni del centenario dell’Arma Azzurra, che fa sempre più proseliti in tutto il mondo, la decima edizione del premio internazionale Nassirya per la pace, l’impegno dell’associazione culturale Elaia, presieduta da Vincenzo Rubano, preludio al ricordo del IXX anniversario della strage che cadrà il 12 novembre, nonché una dedica speciale al giovanissimo cornista GiovanBattista Cutolo, assassinato a Napoli il 31 agosto, che vedrà la madre Daniela Maggio in platea, insieme al Maestro Gaetano Russo, della frazione di Lentiscosa. Un incontro tra le note, che vedrà quale “officiante” Gaetano Stella, in un paese ove tutte le famiglie hanno uno strumentista in famiglia e in cui da sempre si vive con la banda “in testa”. Non a caso, dopo la splendida marcia d’ordinanza composta nel 1937 dal primo maestro direttore della banda della Regia Aeronautica, Alberto Di Miniello, che arrangiò una melodia di Romualdo Marenco, tratto dal balletto “Amor”, il Maestro Cammarano e qui abbiamo l’obbligo di specificare il nome, poiché Leo, insieme alla sorella Daniela, eccellenza del violinismo italiano, vanta natali musicali nobili, del padre Vincenzo, “bacchetta d’oro” di tante importanti bande e non solo, già docente del conservatorio “G.Martucci”, ha scelto di omaggiare Vincenzo Ciociano, maestro e fondatore di una delle prime bande di Camerota, post seconda guerra mondiale con, naturalmente, annessa scuola di musica, dove sono stati avvicinati a questa arte tanti musicisti, con l’esecuzione della marcia sinfonica Nostalgica. Si proseguirà con una pagina originale per banda di Robert Jager, Sinfonia Nobilissima, un fantastico pezzo pluripremiato diviso in tre sezioni, due brillanti e una sezione centrale più lenta ed emozionante. Il 2 agosto 1892 Rachmaninov scrisse, in una lettera al suo amico M. A. Slonov: “Ora sto scrivendo un capriccio per orchestra non su temi spagnoli, come Rimskij-Korsakov, non su temi italiani, come Čajkovskij, ma su temi zingari.” Nell’estate dello stesso anno il lavoro venne terminato, ma la sua orchestrazione fu completata solo nel 1894. Dopo l’opera Aleko, basata sul poema “Gli Zingari di Puškin”, il Caprice bohémien op.12, fu il secondo lavoro di Rachmaninov ispirato al folklore zingaro. Ascolteremo il celebre brano nella trascrizione per banda dello stesso Maestro Leo Cammarano, il quale conclude, così, l’anno celebrativo del doppio anniversario del genio russo. Dopo una breve introduzione delle percussioni, procede con accordi lenti e drammatici espressi dai legni a specchio con gli ottoni bassi breve interludio dei fiati alti porta ad un tema esplosivo agli archi, che riecheggierà varie volte nel corso del brano. La parte centrale dell’opera presenta l’indicazione di tempo Lento lugubre. Nell’ultima parte del pezzo l’orchestra si ricostruisce su diversi temi forti e potenti, con l’idea della vita libera degli zingari offerto dalla vivace sequenza finale. Nino Rota è uno dei massimi rappresentanti e tra i più amati compositori per musica da film, tanto che nel 1999 Mario Monicelli gli ha reso omaggio con un documentario, “L’amico magico: il maestro Nino Rota”. La sua produzione pianistica, cameristica, sinfonica si fece apprezzare per il delicato fluire musicale, talvolta ingiustamente scambiato per semplicismo, lontano da ogni vezzo avanguardistico, ma nemmeno inconsapevole della lezione novecentesca di Igor Stravinskij, Erik Satie e Kurt Weill. La banda eseguirà un omaggio al binomio Rota-Fellini, da Amarcord, alla Dolce Vita, al girotondo di Otto e mezzo, dove ritroveremo partiture fedeli al primato della melodia e basate su tonalità del tutto prive di complicazioni armoniche, su ritmi e forme simmetriche e immediatamente percepibili, che condurranno l’uditorio in un libero giuoco di associazioni. Si passerà, quindi all’Intermezzo drammatico di Cece, eccellente e raffinato compositore della grande scuola napoletana, una partitura stemperata di sfumata elegia. Finale con il Charlie Chaplin musicista e compositore, il più grande tra quanti abbiano potuto permettersi la schermata “Scritto, diretto e interpetrato da” in apertura del film. Ma l’Oscar non lo ha vinto in nessuno di questi ruoli: lo ha ottenuto, invece, come compositore, nel 1972, per la colonna sonora di Limelight (peraltro uscito vent’anni prima ma rimasto lungamente oscurato negli Stati Uniti per via del maccartismo). Infatti, e questo è un caso assolutamente unico, egli poteva aggiungere a questa già invidiabile centralizzazione di ruoli “musiche di Charlie Chaplin”. La banda regalerà un medley di quei temi, arrangiati da Peeters, che sono nel sentire di tutti noi, che il genio inglese compose, intonando la melodia con la bocca chiusa mentre si accompagnava piano e un giovane David Raksin– che stava lì perché raccomandato da Gershwin- trascriveva le note sulla partitura, dato che Chaplin non sapeva leggere la musica che doveva fungere da “contrappunto” alle immagini, non inseguire la comicità ma sovrapporle uno strato sentimentale.