NOCERA INFERIORE. Attimi di tensione, ieri mattina, all’ospedale “Umberto I”. I parenti di alcune pazienti di ginecologia e ostetricia che dovevano essere operate hanno vivamente protestato con la direzione sanitaria perché gli anestesisti non andavano in sala operatoria. I ginecologi erano regolarmente in sala operatoria per eseguire gli interventi ma non potevano iniziare in quanto gli anestesisti non c’erano. La motivazione, pare, sia riconducibile ad uno stato di agitazione degli anestesisti che garantirebbe solo alcune emergenze. Ma in un Dea di terzo livello, votato all’emergenza, come ricordato diverse volte dallo stesso direttore sanitario Maurizio D’Ambrosio, qualora questa sia la motivazione del disagio, è possibile attuare una simile forma di protesta? E’ possibile rallentare l’attività dei reparti che certo non operano i pazienti per piacere ma solo per necessità?
Se fosse vero che l’eventuale rivendicazione sia legata agli straordinari o all’Alpi non pagata dall’Asl va ricordato che la stessa azienda sanitaria, per gravissime irregolarità ha revocato (solo per il 2012-2013) oltre 400 mila euro ad una ventina di anestesisti.
Alla fine, alcuni interventi sono stati portati a termine con grave ritardo rispetto alla tabella prevista e stress delle pazienti in attesa dalle otto del mattino fino dopo le 14.