Questa sera, alle ore 19, ritorna sul palcoscenico del Centro Sociale, la scuola di Francesco Boccia, che presenterà una suite da “Lo Schiaccianoci” per il passo d’addio di Alessandra Mastrogiovanni e una seconda parte dedicata alla danza contemporanea
Di Olga Chieffi
New Space of Dance risale in palcoscenico dopo tre anni di stop, da quel tempo fermo e buio che ha tanto influito sulle arti performative in modo ferale. Questa sera, alle ore 19, il Maestro Francesco Boccia presenterà alla città il suo magistero presso il Centro Sociale di Salerno, concesso alla sua scuola dall’amministrazione comunale, nelle persone dell’Assessore alle Politiche Sociali Paola De Roberto e della Dirigente Annamaria Barbato. Francesco Boccia ri-comincia da un sogno iniziatico quello di Clara ne’ “Lo Schiaccianoci” che rispecchia il sogno di tutti noi, ragazzi e adulti, e sottolinea il confine tra realtà e immaginazione, invitandoci a riflettere. Clara, nello Schiaccianoci, compie il suo sogno in una notte magica quella del Natale, la notte in cui crediamo che i nostri desideri diventino realtà. Lei è una ragazzina come tante, alle prese con uno dei passaggi più importanti della vita, dalla adolescenza all’età adulta. È troppo piccola per essere grande e troppo grande per essere piccola e nel sonno le sue paure prendono forma, impersonate dal Re del Regno dei topi. Affronta questo viaggio da sola e con l’aiuto del Principe Schiaccianoci riesce a sconfiggere i suoi nemici, le sue paure. Durante questo viaggio compie delle scelte anche quando queste sembrano contrastare con la società rappresentata dagli altri viaggiatori. E’ questa l’essenza de’ “Lo Schiaccianoci”: anche noi come Clara sogniamo un mondo migliore dove poter realizzare i nostri sogni e le nostre ambizioni. Da “Lo Schiaccianoci” verrà presentata una suite che comprenderà la “Danza Spagnola”, tra trombe e castagnette, la “Danza Cinese” con i graffianti flauti e ottavino, fagotti e glockenspiel e ancora la Danse des mirlitons con i flauti e le trombe, sino al Valzer dei fiori che unisce magistralmente l’atmosfera soffusa della miniatura, con il clima sgargiante dai colori accesi, un clamoroso saggio di scrittura strumentale. Quindi l’entrata del grand pas de deux in cui Clara che sarà interpetrata da Alessandra Mastrogiovanni, scoprirà l’amore fra le braccia del suo Principe Schiaccianoci (Emanuele Ansalone), in cui attraverso i virtuosismi nel passo a due in cui terrà equilibri, sciorinando difficili pirouettes e fouettes en dedans, supererà quella “linea d’ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro” (J.Conrad). Clara, svegliata dai genitori, tornerà alla realtà e Drosselmeyer se ne andrà lasciandola adolescente, pronta per affrontare la vita che verrà. Con Alessandra ed Emanuele le allieve Alessandra Cavallo, Giada Ciccullo, Roberta D’Amico, Deo Rita, Giulia Giardullo, Lucia Coscia, Alessia Berlen, Carla Battista, Miriam e Manuela Rago, Melissa e Alessandra lemma, Valentina Flauto, Maria Elena Esposito e Alessia Vincenti, preparate da Alessia Russo e Margherita Buonomo. Seconda parte dello spettacolo dedicata all’ Hip-hop e al moderno, con le coreografie ideate da Alessandra Cavallo, Roberto D’Urso, Ilaria Leone e Teresa Autuori. Per riaffermare che il ballo è una attività ideale per tutte l’età, conferisce eleganza e fascino, offre la possibilità di esprimere le proprie emozioni attraverso il movimento, è un modo brillante per socializzare nella bellezza, aiuta a coordinare maggiormente l’azione fra mente e corpo, debutteranno le allieve di Social Dance della Maestra Assunta Formisano, Gabriella Pacifico Maria Messina Annamaria Crisconio, Stefania Maiuri, Emilia Petrone, Marisa Valletta, Rosa Orlando e Nataliya Sivak. Chiusura affidata ad un medley di Moulin Rouge tra balli sfrenati, intrighi, inganni, dove Cristian trascina Satine nel suo universo, fatto di amore per la verità, poesia ed allegria, su musiche che vanno da medley di Christina Aguilera, a Bono sino a David Bowie, per guardare oltre la storia stessa d’amore, rimanere incantati e ri-accendere la meraviglia, che non è solo incanto o superamento estatico della ragione, ma è e continua ad essere riflessione, unitamente alla gioia dell’espressione, del gesto, della danza, nel suono delle cose.