Nessuna sconfitta, una vittoria di tutti. Così Aurelio Tommasetti commenta l’esito delle elezioni regionali in Campania. Una sorta di buona la prima per la Lega che, per la prima volta, entra in consiglio regionale. L’ex rettore dell’Università degli Studi di Salerno, da capolista, era tra i preferiti. Eppure, così non è stato ma la sconfitta, questa volta, non brucia perchè, come ha confermato lo stesso Tommasetti, “l’obiettivo entra entrare in consiglio regionale ed io non ho lavorato per me ma per il partito”. La Lega per la prima volta entra in consiglio regionale ma lei non ce l’ha fatta. Una sconfitta che fa male? “Nessun ma, è stato uno straordinario successo della Lega in consiglio regionale ma anche a livello provinciale: noi abbiamo portato tre consiglieri regionali e per la prima volta entriamo in consiglio regionale. Io sono un dirigente nazionale del partito, Matteo Salvini mi ha chiesto di essere capolista, l’ho fatto con grande entusiasmo e come detto in tante circostanze, per me viene prima il simbolo, prima di ogni altra cosa. Ho girato tutti i territori, ho costruito una rete e ora sono tranquillo e sereno, mi fa molto piacere che in questo ruolo ci sia un consigliere valido (Attilio Pierro ndr). Non c’è alcun però, è andato meravigliosamente bene. Come Lega abbiamo un ruolo nel centro destra e a noi interessa il progetto politico. Io sono un dirigente del partito a livello nazionale, a me interessava far crescere il simbolo e aver portato tre consiglieri regionali e uno in provincia di Salerno per me è una soddisfazione, l’obiettivo è stato raggiunto”. Nessuna amarezza, dunque, per questa sconfitta? “Assolutamente no, nessuna amarezza anzi, grande gioia perchè in questo contesto così difficile riuscire in questo obiettivo non è facile, credo che per noi sia una vittoria importantissima. Nel gioco delle preferenze possono esserci tante situazioni, tante cose ma non è influente rispetto al progetto politico. Io sono già al lavoro per continuare e rafforzare il progetto sia sul piano nazionale, legato all’università, sia su ogni piano a cui sarò chiamato a dare un contributo”. Il candidato del centrodestra Stefano Caldoro ha raggiunto minimi storici. A cosa si deve questa sconfitta così pesante, a fronte di una vittoria schiacciante del governatore De Luca? “Ovviamente ha influito molto il discorso del Covid, il centrodestra, in 5 anni, non ha avuto la forza di sottoporre una propria piattaforma programmatica a proprio elettorato. Bisogna prendere atto dell’insuccesso che c’è stato e da quello bisogna ripartire. Il messaggio forte è che bisogna fare politica tutti i giorni, non politica ad intervalli in funzione della dinamica elettorale. Non ha caso ho già ripreso incessantemente a lavorare per il partito. Più che dedicarmi ad una singola preferenza mi dedico al progetto, costituito da territori. Il centrodestra deve costruire una valida alternativa a De Luca e al deluchismo ma bisogna iniziare a farlo subito, non bisogna aspettare la prossima scadenza elettorale ed è questo che rimprovero al centrodestra: di essere un po’ troppo nei salotti e un po’ meno tra le persone, sui territori per ascoltare e cogliere le istanze dei cittadini. Se c’è un segnale positivo che va dato a tutti, agli eletti, ai militanti, a chi ha responsabilità organizzative all’interno del centrodestra è di muoversi nell’interesse della gente, sui territori”. Lei ha già anticipato di essere al lavoro per il bene del partito. Qual è, adesso, il suo prossimo obiettivo? Su cosa si lavora? “Io sto lavorando sulla mia delega nazionale. A breve, poi, inizierò felicemente i miei corsi all’università e mi dedicherò innanzitutto a questi due obiettivi: a livello nazionale abbiamo molto da dire e da fare, bisogna strutturare il dipartimento università della Lega, con tanti colleghi degli atenei che sto mettendo sotto l’ombrello del dipartimento e a livello personale, ovviamente, dedicarmi ai corsi che inizierò nel primo semestre. Sul piano politico, più strettamente partitico, come sempre rispondo alla mia gerarchia: Salvini, Molteni il coordinatore regionale ed Esposito, il coordinatore provinciale. Loro sanno che quando chiamano avranno una risposta affermativa, sempre con grande entusiasmo”.
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