Nel sogno veneziano di Titizè - Le Cronache Spettacolo e Cultura

Di Olga Chieffi

“Titizé” è un titolo che gioca sull’elegante e poetico dialetto veneziano, traducibile in italiano come “tu sei”, un invito a vivere un’esperienza che è tanto personale quanto universale. Lo spettacolo nasce con l’intento di offrire al pubblico un’immersione profonda nella magia di Venezia, una città che da sempre affascina chi la visita, sia che si tratti di un turista di passaggio, sia di un residente che la conosce intimamente. Ma questa esperienza non si limita a una semplice visita, è un’opportunità di perdersi tra le calli e i campi, per poi ritrovarsi nel teatro dove la compagnia di Daniele Finzi Pasca si propone di sorprendere e affascinare con un tipo di teatro che non ha bisogno di parole, ma che parla direttamente al corpo e all’anima. E’ questo lo spettacolo su cui il Teatro Municipale “Giuseppe Verdi” di Salerno leverà il primo sipario della sua stagione di prosa, in scena da domani a sabato alle ore 21 e domenica 1° dicembre alle ore 18. Concepito come un affascinante connubio tra clowneria, acrobazia, musica e innovazione scenografica, Titizé trasporta gli spettatori in un universo rarefatto e immaginifico.

Il regista stesso spiega come l’idea di “Titizé” sia nata da un’intuizione legata alla necessità di fare vivere il teatro anche durante i mesi estivi, quando molti teatri rimangono chiusi. L’obiettivo non è solo quello di raccontare Venezia, ma di farlo in un modo che tutti, indipendentemente dalla loro lingua o provenienza, possano percepirlo come qualcosa di personale, come una storia che non ha bisogno di parole ma si esprime attraverso il linguaggio delle immagini, delle acrobazie, delle atmosfere irreali e delle sorprendenti macchine sceniche. La scelta di allontanarsi dalla parola verbale e di preferire il linguaggio visivo è un invito a un’esperienza sensoriale, che cattura l’attenzione e la curiosità, e permette al pubblico di “sentire” Venezia attraverso il corpo e le emozioni. Lo spettacolo, infatti, è pensato per essere non solo una riflessione sulla città, ma una sorta di “finestra” che possa viaggiare nel mondo, portando l’essenza di Venezia, con la sua leggerezza, il suo mistero e la sua straordinaria bellezza, in ogni angolo del pianeta. Titizé diventa così una celebrazione della città, un viaggio senza parole, un atto di poesia visiva. Il progetto scenico descritto presenta un omaggio vibrante a Venezia e alla sua storicità teatrale, in particolare all’eredità di Carlo Goldoni e della commedia dell’arte. La compagnia Titizé, sotto la direzione di Finzi Pasca, si propone, infatti, di evocare l’essenza della città attraverso una narrazione visiva e sonora che si articola in distinti quadri, ognuno dei quali esplora diverse epoche e aspetti della vita veneziana. La scenografia, realizzata da Hugo Gargiulo, si propone di riflettere il legame indissolubile di Venezia con l’acqua, creando un’atmosfera di sospensione e di riflessi. Gli elementi liquidi e aerei saranno centrali nel trasmettere la singolarità di Venezia, conferendo al racconto una dimensione quasi onirica. In questo contesto, la musica di Maria Bonzanigo gioca un ruolo cruciale nel connettere cena e suono, arricchendo l’esperienza sensoriale dello spettatore. La sua esperienza e il suo approccio sinestetico, che lega danza, recitazione e musica, risultano in una composizione che rispecchia il dinamismo e l’instabilità caratteristici della città lagunare. L’idea di registrare i suoni dell’acqua di Venezia sottolinea ulteriormente il forte legame tra il paesaggio urbano e la musica, creando un’esperienza multisensoriale. L’orientamento della compagnia verso una collaborazione stretta e di lunga durata permette di affinare le proprie visioni artistiche, e ogni nuova produzione si pone l’obiettivo di superare le aspettative e di creare uno spettacolo che catturi l’immaginazione del pubblico. Infine, la programmazione dello spettacolo a Venezia, Svizzera e poi a Parigi segna l’intenzione di Titizé di portare il suo messaggio artistico a un pubblico sempre più ampio, rinnovando costantemente il dialogo tra le diverse culture europee. Questo percorso promuove non solo il valore della tradizione teatrale veneziana, ma anche una riflessione contemporanea che attraversa il tempo e lo spazio.