di Camilla Saracino e Alessandro Scimone
Ex allievo della scuola militare “Nunziatella”, il comandante Oriol De Luca ha proseguito la carriera in uniforme arruolandosi nel Corpo della Guardia di Finanza, preferito alla carriera in Aeronautica nel ruolo di pilota. Negli anni ha lavorato al Nucleo Centrale di Polizia Tributaria di Roma, ha comandato il Gruppo Tutela Spesa Pubblica di Palermo e il Gruppo Investigativo Antiriciclaggio del Nucleo Speciale Polizia Valutaria. Da Colonnello ha diretto il Nucleo Polizia Tributaria di Bari, per ritornare poi al III Reparto di Roma per ricoprire il ruolo di Capo Ufficio Tutela Uscite e Mercati incarichi di cui ci ha parlato con grande intensità ed emozione, rivelando di essere anche giornalista e capo ufficio stampa dell’Arma. Indimenticabile la sua accoglienza e quella della sua squadra, che ha visto al termine dell’incontro un simpatico momento conviviale. In cosa consiste il lavoro del finanziere? La guardia di finanza è la polizia economica finanziaria al Servizio del paese. Il nostro core business è sempre stato quello del controllo delle entrate erariali, le famose verifiche fiscali. La guardia di finanza nasce come corpo di tutela delle entrate radiali al confine. Infatti noi nel corso delle cerimonie portiamo il berretto alpino perché storicamente e tradizionalmente nasciamo come un corpo di controllo dei confini ai fini finanziari. Nel tempo queste competenze si sono affinate perchè come diceva il giudice Falcone “La criminalità non è un fenomeno statico, ma dinamico, si evolve”. La Guardia di Finanza si è dovuta, così, adeguare e gli sobo state affidate molteplici competenze. Noi abbiamo delle missioni istituzionali, dipendiamo infatti dal ministro dell’economia e finanze e non dal ministero. La prima è quella della tutela delle entrate e delle spese pubbliche, la seconda è quella della tutela dei mercati, significa evitare che ci siano infiltrazioni di qualsiasi forma di illegalità in ogni tipo di mercato, quindi, i mercati finanziari l’accesso al credito, l’usura, il riciclaggio, i generi e le merci contraffatte, il valore il prezzo dei beni e servizi di cui usufruiamo tutti noi. La terza missione è quella di tutela dell’economia dall’infiltrazione e al contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata in tutte le sue declinazioni . Inoltre, abbiamo un obbiettivo strutturale che è quello del mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica in concorso con l’arma dei Carabinieri e la Polizia di stato. Il corpo ha adeguato le sue missioni istituzionali nel suo ordinamento organizzativo proprio in ragione dell’evoluzione delle esigenze e delle richieste che vengono dalla società civile e dall’ordinamento. Qual’è il vostro controllo sul porto? Il porto è un punto di accesso e di uscita dal territorio nazionale, noi facciamo controllo di tutto quello che passa per il porto, persone e cose sempre per la finanza pubblica, quindi i dazi doganali e il contrabbando, l’illecita importazione può anche riguardare tutto il resto, qualsiasi tipo di merce. Controllo all’ingresso e all’uscita di persone, con contante sospetto o merci, perché possono essere importate in esenzione di imposta e quindi senza pagare i dovuti introiti allo stato. È presente la collaborazione con le banche? Con le banche noi abbiamo un’assidua collaborazione che prende le mosse dalla normativa anti riciclaggio che dà a noi dei poteri, ad esempio la possibilità di chiedere documenti, chiedere la ragione per una movimentazione bancaria o flusso finanziario che, dal 2001 è anche materia di contrasto al finanziamento del terrorismo. Come si svolge un blitz e perché? Il blitz si sviluppa attraverso approfondimenti e i nostri interlocutori sono l’autorità giudiziaria, la Procura della Repubblica di Salerno e la direzione distrettuale antimafia di Salerno. Niente si improvvisa, tutto deve essere pianificato e organizzato e in ragione della dimensione dell’attività che devi svolgere organizzi il “dispositivo” che sarebbe l’insieme di uomini e mezzi necessari per ottenere quello scopo. La prima cosa è la tutela del mio personale, tutte le volte che si è dovuto andare a fare una perquisizione riusciamo a sapere prima sulla base delle banche dati che abbiamo a disposizione, se quel soggetto detiene legalmente delle armi, in modo che il personale sia in possesso di tutte le cautele necessarie per svolgere l’attività che è chiamato a fare. Quali sono i sacrifici che deve fare un finanziere? I sacrifici sono tanti perché devi imparare ad anteporre tante tue esigenze personali a quelle di servizio al dovere. È un lavoro bellissimo che ti permette di conoscere tante persone in diversi contesti e di non avere paura di misurarsi. Ci sono molte donne che fanno questo mestiere e come sono viste in un mondo dove questo lavoro è visto come prettamente maschile? Quando mi sono arruolato nel 1988 alla scuola militare a Napoli, nemmeno si pensava alle donne nelle forze armate. Andando avanti gli anni, ci sono stati dei movimenti come per esempio Debora Corbi. Era una donna che iniziò un’ attività di coinvolgimento delle persone per l’arruolamento delle donne nelle forze armate. Nel 1981, con la riforma della Polizia di Stato, anche le donne vi possono accedere, mentre da noi nella guardia di finanza dal 2000. Ne abbiamo tante e sono delle vere eccellenze, a tutte i livelli, dai finanzieri agli ufficiali: il primo comandante provinciale donna è a Perugia. Per me non c’è differenza tra uomo e donna, per me sono finanzieri. È presente all’interno della Guardia di Finanza un corpo di cyber security? Noi abbiamo un reparto specializzato che si chiama “nucleo anticrimine tecnologico” che ha sede a Roma e si occupa del contrasto a tutte le manifestazioni di illegalità economico finanziaria che dovessero avere luogo nella rete. Il cyber è una nuova sfida, per esempio alle cryptovalute, che vengono utilizzate spesso per la compravendita di droga. E’ per questo che cercheremo di adeguarci sempre al dinamismo della criminalità.