La formazione diretta dalla bacchetta d’oro di Vincenzo Cammarano, si esibirà questa sera alle ore 19,30 nella cattedrale di Policastro Bussentino
Di OLGA CHIEFFI
Sarà un concerto particolare quello che stasera, alle ore 19,30 ospiterà la cattedrale di Policastro Bussentino, una performance attesa ben ventuno anni, sin da quel lontano 6 febbraio del 1998, quando i catalizzatori di eventi musicali della piazza di Sicilì, l’indimenticato Dott. Antonio Spina, il Sindaco Cono D’Elia, gli appassionati melomani e bandofili, Giuseppe Cangiano e Giannino Romanelli, sempre presenti attivi in ogni evento, dedicato in particolare ai gran concerti bandistici, ebbero l’idea di costituire la Grande Orchestra di Fiati del Parco del Cilento, affidandone la direzione artistica e musicale al M° Vincenzo Cammarano, docente del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno, nonché clarinettista e direttore di comprovata esperienza, gusto e creatività. Questa sera, quel sogno, legato ad una terra ad alta densità di popolazione “musicale”, diventa realtà grazie all’ Associazione Culturale “Cilento terra di Musica” che vede aggiungersi ai primi fondatori, il Presidente Giovanni Ruocco, Vanna Puglisi, nominata Presidente onorario quale vedova del defunto Antonio Spina, e ancora, Don Antonio Toriello, parroco di Licusati e docente di oboe del nostro conservatorio, l’Ingegnere Luca Castelluccio e del percussionista Gerardo Bovi, docente presso la Scuola ad Indirizzo Musicale dei plessi di Centola e Palinuro. Ospiti di Don Antonio Savino, parroco della concattredale di Policastro, in una serata patrocinata dal Parco Nazionale del Cilento – Vallo di Diano – Alburni, dal Comune di Sapri, che ha concesso l’uso dell’Auditorium Cesarino per le prove, dall’ Università popolare del Cilento, nonché dalla Diocesi Teggiano Policastro si esibiranno diverse formazioni corali provenienti dall’intero territorio del Parco in dialogo con un’orchestra di fiati che conta oltre cinquanta elementi. Programma eterogeneo quello scelto da Vincenzo Cammarano, che si è affidato alla struggente e intima semplicità del Mottetto K.618 Ave Verum Corpus, scritto da Wolfgang Amadeus Mozart, per quindi passare all’ouverture dell’ operetta “Ein Morgen, ein mittag und ein abend in Wien”, composta da Franz Von Suppè nel 1844. Dopo un introduzione epica e grandiosa la composizione espone un episodio solistico, un andante amoroso, con una melodia molto lirica che ricorda l’assolo dell’ ouverture “Dichter und Bauer”. La composizione prosegue con un movimento veloce dove tutta la formazione è impegnata in passaggi virtuosistici e incalzanti per poi arrivare ad un finale impetuoso e trascinante. Due gli interventi del soprano lirico leggero Teresa D’Alessandro, la quale si donerà alla platea, con tre celeberrimi valzer trasformandosi prima in Musetta tutta spigoli e vivacità, per elevare la sua sprezzante melodia “Quando m’en vo’ soletta”, sulla sua ammirata avvenenza, quindi, un omaggio a Luigi Arditi, latore di pagine di estremo pregio, tra cui appunto il valzer Il bacio: i versi del testo sono di Gottardo Aldighieri e la scrittura della musica risale al 1860, note pensate appositamente per la cantante Marietta Piccolomini, tra le più popolari dell’epoca, cavallo di battaglia di non pochi soprano, grazie alla sua eleganza e magnificenza. Teresa D’Alessandro, con le aigrette di Hanna Glavari, si congederà dal pubblico con il waltz dalla Die lustige Witwe “Tace il labbro”, romanticismo un po’ edulcorato, senza problemi, senza traumi, da vivere alla giornata, abbracciati nei ritmi un-due-tre della musica più appassionata e divertente. Passaggio in Spagna con l’Intermedio della zarzuela “La Boda de Luis Alonso” di Gerònimo Gimenèz, che vedrà protagonista nella coinvolgente pagina, che schizza un quadretto pittoresco del mondo iberico, il percussionista alle castanuelas. La musica originale per orchestra di fiati sarà rappresentata da uno dei brani più famosi del compositore olandese Jacob de Haan, “The saint and the city”, datato 2003, una composizione che racconta la leggenda della città di Zwolle in Olanda, in cui si narra che nelle acque che circondano l’abitato viveva un drago che apparso, minacciò di distruggere la città con il suo alito di fuoco, se un sacrificio umano non gli fosse stato offerto. In soccorso degli abitanti di Zwolle intervenne San Michele Arcangelo che affrontò il drago in una battaglia senza eguali, battendolo. Per rappresentare l’Arcangelo Michele, il compositore ha scelto il brano Laudate Dominum; il drago, invece è evocato da una serie di accordi minacciosi. Gran finale con il Danzón n°2, un affascinante lavoro del compositore contemporaneo messicano Arturo Márquez, in cui si intrecciano malinconiche atmosfere sudamericane e ritmi trascinanti, che farà ballare l’intera platea.