Napoli. Truffe anziani: 23 indagati - Le Cronache Cronaca
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Napoli. Truffe anziani: 23 indagati

Napoli. Truffe anziani: 23 indagati

Complessivamente sono in 23 gli indagati, di cui 8 donne, tutti di eta’ compresa tra i 43 e i 22 anni, nella complessa inchiesta della procura di Napoli, nata da una denuncia ai carabinieri di Genova, che ha colpito con 21 misure cautelari una banda specializzata. Oltre a questi, risulta indagato anche un minorenne. Tutti devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata a compiere con altre persone non ancora identificate, e che gli inquirenti ritengono siano piu’ di dieci, un numero indeterminato di delitti contro il patrimonio e in particolare truffe ai danni di vittime anziane approfittando dell’eta’ e della relativa minore capacita’ di difesa. Agli indagati e’ contestato di aver agito avvalendosi di collaudate strategie e di tecniche operative che isolavano le persone offese, impedendo loro di cercare aiuto, protezione e difesa da persone di fiducia, oltre l’aver messo in commercio e collocato sul mercato clandestino i beni provento delle truffe. Figure chiave, come emerge dalla misura cautelare firmata dal gip di Napoli Federica Colucci sono quelle di Alessandro D’Errico e Antonietta Mascitelli, per gli inquirenti promotori e organizzatori del gruppo che aveva base nella citta’ di Napoli. I due sono ritenuti “soggetti di riferimento per tutti consociati, ai quali fornivano indicazioni sui compiti da assolvere; si occupavano di pagare in anticipo tutte le spese necessarie alle trasferte e in particolare di reperire utenze telefoniche intestate fittiziamente a cittadini extracomunitari, utilizzate per contattare le vittime e per comunicare con i trasfertisti con un sistema a circuito chiuso”. L’organizzazione si assicurava anche la disponibilita’ i locali in cui realizzare dei ‘call center’ per contattare gli anziani e istruire e dirigere gli spostamenti di chi fisicamente si recava poi a casa delle vittime. Nei ‘call center’, spesso in b&b, erano impegnate, in modo stabile e quotidiano, almeno tre o quattro persone che avevano il ruolo di telefonisti, che dovevano contattare il numero piu’ ampio possibile di persone. Anche fino a 500 contatti al giorno, in localita’ preventivamente individuata dai promotori giorno per giorno. I numeri venivano recuperati dai vecchi elenchi distribuiti dai gestori di telefonia fissa. “Buongiorno, sono il maresciallo della caserma dei Carabinieri, vi contattiamo in merito all’incidente stradale in cui e’ stato convolto suo figlio stamattina. Il signore non vedendo una segnaletica di scopo ha investito due pedoni, di cui uno purtroppo e’ in gravi condizioni in ospedale, motivo per cui abbiamo dovuto sottoporre suo figlio a uno stato di fermo. Il figlio rischia da due a quattro anni di reclusione Purtroppo la persona che ha investito e’ un codice rosso e sta in ospedale in condizioni abbastanza gravi. Sua figlia in questo momento e’ in stato di fermo, rischia da due o quattro anni di reclusione….’Aiutami!’…. Signora, ho fatta la cortesia di farla parlare. Ma comunque rischia il posto di lavoro”, si sente in un audio diffuso dagli inquirenti. I truffatori infatti si presentavano cosi’, parlando velocemente, facendo accavallare la voce di presunti parenti nei guai, per far andare in panico le vittime contattate ed esercitando una forte pressione e violenza psicologica.