Il guru dell’ electrosound, chiuderà, oggi, Aumentazioni il VI Festival Internazionale del Conservatorio di Musica “G.Martucci”
Di OLGA CHIEFFI
Questo pomeriggio, gran finale del presso il Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, della VI edizione del Festival Internazionale di Musica Elettronica, organizzato dalla stessa istituzione e firmato dal Dipartimento di Nuove tecnologie e Linguaggi Musicali, coordinato dal M° Silvia Lanzalone. Il sigillo aureo a questo sesto cartellone dedicato all’elettronica, dopo due giorni di confronti tra diverse scuole europee, seminari, trasformazioni di strumenti, con Michelangelo Lupone e il suo sistema Windback, giocose installazioni come Sound Screen, di Antonio Russo, che ha divertito il pubblico, approcciandolo semplicemente all’elettronica, verrà apposto dal guru assoluto della musica elettronica, John Chowning. Una partecipazione dovuta ad un progetto promosso dal Dipartimento di Nuove Tecnologie del conservatorio di Salerno in collaborazione dei Conservatori di Roma, L’Aquila, Perugia, Cagliari, il CRM, l’AIMI-Associazione Informatica Musicale Italiana e l’Associazione SpazioMusica, che hanno inserito un suo intervento nel XXI CIM – Colloquio di Informatica Musicale appena conclusosi e nel Festival ArteScienza2016 del CRM. John Chowning, importante rappresentante della computer music, scopritore della sintesi FM, da cui deriva un’infinità di musica elettronica dagli anni 70 ad oggi, a cominciare dalle tastiere Yamaha, terrà un seminario “Sound Synthesis and Perception: Composing from the Inside out” con la partecipazione dello splendido soprano di coloratura Maureen Chowning, per andare a concludere l’intero festival con il concerto Modulazioni. In programma opere storiche, quali Oscura di Jean Claude Risset per soprano e suoni fissi su supporto. Oscura si ispira Noche Oscura – Canciones del Alma San Giovanni della Croce, una intensa poesia dedicata all’amore divino. Suoni di varia origine si intrecciano su telai armonici secondo una logica di altezze audio basate su cluster specifici. Seguiranno tre brani di John Chowning. Il primo è Phonè, che gioca a partire dal titolo sul rapporto suono/voce, e contrappone suoni percussivi a suoni vocali . Un lavoro riflessivo, che vede la presenza di pause e di un tono molto pacato. Seguirà Stria, uno dei pezzi più famosi della musica elettronica “storica, in cui Chowning costruisce un sistema di altezze (le frequenze dei suoni) basato sul concetto di sezione aurea, cioè il rapporto numerico 1:1,618 (invece del classico 1:2, per cui se un suono ha una data frequenza, un intervallo di ottava è il doppio di quella frequenza). Ne risultano otto pseudo-ottave, divise ciascuna in 9 semitoni e disposte tre sopra e cinque sotto una frequenza di riferimento di 1000 hertz; i blocchi sonori così ottenuti sono distribuiti nel tempo in graduale scendere e poi risalire in altezza (come la forma di una v) lungo i 17 minuti di durata. Un brano, questo, che è molto meno complicato della spiegazione, essendo basato interamente su lunghe fasce sonore di singolare luminosità (essendo le alte frequenze in prevalenza) e senza nemmeno un impulso in tutto il brano. Un continuum tanto affascinante quanto gradevole all’ascolto. A chiudere sarà Voices, dedicato alla voce di Maureen Chowning. L’attività di Chowning è un esempio di perfetta combinazione fra musica e tecnologia che, fin dall’inizio della sua ricerca, ha prodotto risultati decisamente innovativi. Nell’idea di procedere parallelamente seguendo i risultati della ricerca scientifica e la composizione musicale, è contenuta, in fondo, l’utopia della computer music degli anni ’70, i cui esponenti più rappresentativi aspiravano alla creazione di un linguaggio che potesse presentarsi come la sintesi dei due ambiti.