Musica e luoghi in isolamento COVID
La quarantena ci ha messo in condizione di riadattarci al nostro spazio, di ampliare la comfort zone e riconsiderarla, reinterpretarla, cambiando o resettando abitudini, spazi, tempi. Abbiamo vissuto in modalità più smart, iperconnessi, incoraggiando un già consolidato feeling con schermi di varia dimensione, anche mettendo un po’ in discussione il consueto. Fermarsi di colpo, se si è abituati a viaggi continui e a performance live, richiede disciplina e un lavoro su se stessi che permetta di riadattarsi ad un cambio repentino, ma sono proprio i momenti traumatici che consentono una rigenerazione, se vissuti come spazi di costruzione, così da non far prevalere ripiegamenti su se stessi. 3 brani musicali rappresentano 3 diversi momenti e 3 luoghi del periodo appena trascorso, che differiscono tra loro per gli spazi, i contenuti e le persone protagoniste della condivisione di un ambiente circoscritto ma non claustrale. Il primo luogo, frequentato come mai prima d’ora, è la casa, nostro “rifugio” garante di sicurezza e protezione nel periodo di espansione del Corona Virus. Uno spazio ristretto ma che non “veste stretto”, perché è ambiente di amore e dolcezza, dal momento che lo condivido con la donna che amo e col segno vivente del nostro sentimento: Sofia Vittoria. Naturalmente la maggior parte delle attenzioni e delle emozioni sono state rivolte a lei, mia figlia, e con lei condivise, perciò in questa breve rassegna penso ad una colonna sonora di un bellissimo cartone animato che incantava gli occhi della piccola: E’ una storia sai… da La bella e la bestia. Una specie di collante tra passato e presente, ricorda a me il Paolo bambino e mi trasmette le emozioni pure e semplici della prima infanzia, di una bimba che ogni giorno scopre nuove azioni e nuove potenzialità. Il secondo luogo è il parco, prima parziale riapertura al mondo, a cui potevamo accedere per le attività all’aperto, rispettando naturalmente le dovute distanze. Lo stop della frenetica vita cittadina ha permesso a molti di riscoprire, in maniera attenta, i suoni della natura, di cui raramente ci accorgiamo perché subalterni rispetto alle voci urbane più invadenti. Dovendo, inoltre, riprendere le attività musicali nell’ Orchestra Cherubini, vista la entusiastica ripresa della stagione concertistica con il M° Riccardo Muti, ho affiancato al mio training quotidiano lo studio del repertorio che suoneremo nei prossimi concerti e che ci vedranno esibire anche nella nostra bellissima area archeologica di Paestum. Tra tutte le partiture che ho rifrequentato con costanza, la Sinfonia 6 di Ludwig van Beethoven, una composizione in linea con le espressioni dei suoni della natura a cui poco fa mi riferivo. Conosciuta come La pastorale, immette in un percorso sonoro che desta l’anima e le permette di essere inglobata nell’energia universale, nel risveglio di sentimenti primordiali che, magari, possono essere un piccolo punto di contatto con il compositore tedesco. C’è, infine, un terzo luogo, alleato se non diventa opprimente: internet, la rete, il digitale. Fonte di compagnia e condivisione per tutti o quasi durante la quarantena, per me è stato anche uno stimolo per rinnovare lo studio, i luoghi e i mezzi del far musica. Non potendo esprimermi in performance pubbliche live in uno spazio reale condiviso, ho trovato in quello virtuale la sede per continuare a fare musica, seguendo maggiormente i social, creando con mio fratello Antonio il canale YouTube Reda Channel Music, dove condividiamo sia le registrazioni di alcune performance artistiche, sia progetti musicali auto-prodotti, scrivendo e riprendendo musica in casa. Ecco, quindi, un ultimo esempio che sintetizza le attività variegate dell’isolamento domestico, ossia il Capriccio n.24 di Niccolò Paganini, arrangiato per trombone solo, il primo brano con cui mi sono cimentato nell’editing, avvicinandomi alla tecnologia musicale. E’ stato questo un modo per suggerire altri spunti al mio rapporto con la musica, reinventandola in ragione dell’imprescindibile rapporto tra artista e pubblico.
Paolo Reda cornista