Questa sera, alle ore 19,30, nella chiesa di Santa Apollonia si esibiranno il contralto Daniela Del Monaco e il chitarrista Antonio Grande, nell’ambito degli “Incontri Internazionali di Chitarra” 2016
Di Olga Chieffi
C’è qualcosa di vivo e di eternamente rinnovantesi che resta dell’orrore della prigionia e della guerra, il miracolo della musica composta in quei luoghi di morte. Questa sera, alle ore 19,30, nella cornice della Chiesa di Santa Apollonia, gli incontri internazionali di chitarra, promossi dal Conservatorio “G.Martucci” di Salerno, inaugureranno il cartellone con il chitarrista Antonio Grande e il contralto Daniela Del Monaco. Il concerto è un omaggio alle vittime militari e civili della Grande Guerra, nell’ambito del secondo anno del centenario dell’entrata in guerra dell’ Italia. Beniamino Cuomo ha recuperato delle pagine scelte del diario di Paolo Modugno, elettricista del sommergibile Medusa, silurato e affondato il 10 giugno del 1915 a largo di Venezia, redatto nei tre anni in cui il nostro marinaio barese, fu prigioniero a Mauthausen. Pietro Gilardi, musicista e Paolo Modugno, si ritrovarono in Mauthausen. In realtà questo campo di prigionia ospitò già dal 1914 al 1918 quasi quarantamila prigionieri di diverse nazionalità. Quasi 2000 italiani vi persero la vita a causa del vitto insufficiente, del freddo, delle malattie(le epidemie erano all’ordine del giorno), degli estenuanti lavori ai quali spesso erano sottoposti all’esterno del campo. Gilardi e Modugno, riportando il primo a Gravedona gli spartiti utilizzati dalla banda, scrivendo un libro di memorie il secondo nel 1919, testimoniano della loro prigionia. Questa sera saranno eseguite canzoni citate nel libro oppure scritte e utilizzate in questo campo di prigionia, come il Valzer di Mauthausen o la Ninna nanna delle 12 mamme, rielaborata nel 1919 da Odoardo Spadaro, “La serenata del cuoco” , un divertente brano “inedito” di E.A. Mario, ed altri grandi classici in voga negli anni di guerra, a cominciare da “ ‘O surdato ‘nnammurato”, ‘”O marenariello”, “’O sole mio”, “Santa Lucia”, “Fenesta ca lucive”, “Torna a Surriento”, musiche e versi che con i loro contenuti raccontano semplicità ed erotismo, essoterismo e magia, rituali sacri e profani, feste popolari, che vanno a comporre un incredibile canzoniere dove le suggestioni, le intonazioni, le evocazioni di un vernacolo, che è più una lingua che un dialetto, si trasforma in un canto ora dolente, ora euforico, capace di esprimere l’eterno incanto dei sensi, di questa fascinosa e misteriosa Partenope. Un viaggio nell’anima che si rinnoverà evocativamente, sull’onda dell’emozione, delle parole e della musica.