Dunque Mounard e Foggia valgono più di un progetto legato ad un signor allenatore come Mario Somma. Lo spogliatoio diviso e capriccioso dello scorso anno, complice una parte della stampa e dei tifosi, era stato il motivo dell’andata via di Perrone alla vigilia del ritiro. La società scelse i giocatori e non il tecnico di due promozioni che voleva fare piazza pulita. E sappiamo tutti come è andata a finire, nonostante il tentativo di Fabiani di raddrizzare la squadra in corsa. Pure Gregucci, uno che non le manda a dire, è affondato per l’aritmia di un gruppo ma soprattutto di qualche giocatore che trovava la spalla della società per piangere e farsi consolare un giorno sì e un altro pure. Somma non voleva – e questa volta Lotito era d’accordo- ex giocatori in campo. Conosce bene la piazza di Salerno, di cui è convinto estimatore, per sbagliare sapendo di sbagliare. Dovendo limitarsi alla salvezza, la squadra allestita, in un girone che Lotito non voleva intuendone le difficoltà e gli investimenti da fare, poteva andare bene. Ma Somma non avrebbe mai accettato un traguardo minimo, voleva giocarsela per ritornare in serie B con la sua Salernitana, squadra che ha sempre sognato di allenare. E il sogno si era avverato con la benedizione della piazza. Ma il sogno si è trasformato in incubo perché la schizofrenia presidenziale è difficile da gestire, salvo non trasformarsi in un signorsì, ma il buon Mario non è un caporale di giornata. E’ un uomo. Ha fatto quello che avrebbe voluto fare Perrone un anno fa (salvo sbagliare nel ritornare alle stesse condizioni), ha pensato a creare un gruppo (ne sa qualcosa Paletta) fino a giugno inesistente. Partendo da quel rapporto di fiducia che si cementa in ritiro, curando i minimi particolari, facendo sentire i giocatori parte integrante del progetto Salernitana. Usando anche vecchi metodi e vi invito a leggere sul sito di Repubblica uno splendido articolo su Scopigno (tra l’altro ex calciatore della Salernitana).Al di là dei nomi e del curriculum. La mossa di Lotito, tra i dinieghi di Fabiani e l’opacità di Mezzaroma, rischia di far saltare il banco alla vigilia del campionato spezzatino. E’ vero che bisogna guardare avanti ma onestamente è complicato in queste condizioni vedere un po’ di luce fuori dal tunnel. Ora sulla panchina granata rischia di essere catapultato un altro allenatore legato alla Lazio, con una squadra sotto choc e spaccata, ma soprattutto troverà un ambiente terremotato. Un grazie a Somma e un in bocca al lupo per la sua carriera. Avrà l’occasione per vincere nella sua Salerno. A noi resta l’inferno della serie C. Tommaso D’Angelo
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