È morto Tullio De Mauro. A darne notizia è il sito della rivista ‘Internazionale’, che è diretta dal figlio di De Mauro, Giovanni. “Linguista, docente universitario, autore del Grande dizionario italiano dell’uso e della Storia linguistica dell’Italia unita, aveva 84 anni – si legge nel breve epitaffio del sito -. È stato ministro della pubblica istruzione dal 2000 al 2001”.Negli ultimi anni era stato tra i critici della ‘Buona scuola’, la riforma del sistema dell’istruzione preparata dal governo di Matteo Renzi. In particolare, De Mauro attaccava il nuovo ruolo del preside, che ora ha più potere rispetto al passato. “Si delinea per il preside un potere di tipo monocratico e assoluto, che sulla carta ha il pontefice della Chiesa romana – aveva detto a Repubblica.it -, il preside si ritrova a gestire dei soldi per premiare, si trova a decidere sulle materie che si insegnano, come si insegnano, cosa si deve insegnare, sui professori, senza contrappeso di sorta”.L’ex ministro, che parlava a margine di un convegno pubblico organizzato da Sel, aveva anche sottolineato “la realtà molto drammatica delle basse competenze della popolazione italiana adulta, che costringono la scuola ad un lavoro mostruoso”. “Troppo dobbiamo fare sul fronte dell’educazione degli adulti, che è qualcosa che è ignorato totalmente”, dichiarava, aggiungendo amaramente che la funzione di “supplenza” della scuola “risulta sempre più difficile”. Tullio De Mauro era nato a Torre Annunziata il 31 marzo 1932. Era laureato in Lettere classiche. Ha insegnato negli atenei di Napoli, Chieti, Palermo e Salerno. Docente di Filosofia del linguaggio alla Sapienza di Roma, dove è stato anche ordinario di Linguistica generale. Nel 1966 è stato tra i fondatori della Società di linguistica italiana, di cui è stato anche presidente (1969-73).Ha avuto ruoli non solo accademici, ma anche politici: è stato consigliere della Regione Lazio (1975-80), membro del Consiglio di amministrazione dell’università di Roma (1981-85), dove è stato pure delegato per la didattica del rettore (1986-88) e presidente dell’Istituzione biblioteche e centri culturali di Roma (1996-97). Dal 2000 al 2001 è stato ministro della Pubblica Istruzione nel secondo governo da Giuliano Amato. Nel 2001 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce al Merito dal presidente della Repubblica. Per l’insieme delle sue attività di ricerca, l’Accademia dei Lincei gli ha attribuito, nel 2006, il premio della Presidenza della Repubblica. Nel 2008 gli è stato conferito l’Honorary Doctorate dall’Università di Waseda, a Tokyo.Ha tradotto e commentato il ‘Cours de linguistique générale’ di Ferdinand de Saussure del 1967, un testo fondamentale per la linguisitica. Ha poi scritto la ‘Storia linguistica dell’Italia unita’ (1963), la ‘Guida all’uso delle parole’, ‘Minisemantica dei linguaggi non-verbali e delle lingue’, ‘Ai margini del linguaggio’, ‘Lessico di frequenza dell’italiano parlato’, ‘Capire le parole’, ‘Idee per il governo: la scuola’, ‘Linguistica elementare’. E ancora ‘Prima lezione sul linguaggio’, ‘La fabbrica delle parole’, ‘Parole di giorni lontani’, ‘Lezioni di linguistica teorica’, ‘In principio c’era la parola?’, ‘Parole di giorni un po’ meno lontani’, ‘La lingua batte dove il dente duole’ (con Camilleri) e ‘In Europa son già 103. Troppe lingue per una democrazia?’ (2014). Ha anche curato il ‘DAIC. Dizionario avanzato dell’italiano corrente’ (1997), il ‘Dizionario della lingua italiana’ (2000), il ‘Dizionario etimologico’ (con M. Mancini, 2000) e il ‘Dizionario delle parole straniere nella lingua italiana’ (con M. Mancini, 2001).
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