Si è tenuta ieri al Tribunale di Lagonegro una nuova, intensa udienza del processo di primo grado sulla morte di Lorenzo Pio Coronato, il diciottenne di Ispani deceduto il 14 agosto 2022 in seguito a un drammatico incidente avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 luglio dello stesso anno, all’ingresso del centro abitato di Policastro Bussentino.Al centro del processo, la figura del carabiniere in servizio presso la Compagnia di Sapri, alla guida dell’auto che si scontrò con lo scooter condotto da Lorenzo Pio. Il pubblico ministero Giacomina Limongi, nella sua requisitoria, ha escluso qualsiasi responsabilità da parte del giovane, ricostruendo la dinamica dell’incidente anche attraverso le testimonianze ascoltate in aula. Al termine del suo intervento, ha chiesto la condanna dell’imputato a 5 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio stradale, ritenendo sussistenti le aggravanti legate alla condotta di guida. Particolarmente accorato l’intervento dell’avvocato Marco Saraceno, uno dei legali della parte civile e rappresentante della madre e della nonna della vittima, Maria Therese Mega e Concetta Cella. Il legale ha evidenziato gravi lacune nelle indagini, giudicate “non sufficientemente accurate” e ha sollevato dubbi sull’affidabilità di alcuni passaggi chiave dell’inchiesta.Saraceno ha posto l’accento su una questione delicata: l’alcoltest. Secondo la difesa, sarebbe stato effettuato appena 15 minuti dopo l’incidente, ma dai documenti agli atti risulterebbe una discrepanza temporale significativa. Il test, infatti, sarebbe stato richiesto all’1:30 di notte e i risultati sarebbero arrivati solo alle 4:14, evidenziando un tasso di 0,12 g/l, entro i limiti di legge. Tuttavia, secondo la parte civile, il valore a mezzanotte, nel momento immediatamente successivo all’impatto, potrebbe essere stato ben diverso.Altro punto critico, il ritardo nella localizzazione dei veicoli coinvolti: gli atti parlano di un intervento solo undici giorni dopo il sinistro, ma vi sarebbero elementi che indicherebbero una ricostruzione diversa. Dubbi anche sulla gestione dei testimoni: uno di essi avrebbe firmato la relazione di servizio solo il 5 luglio, e alcuni militari presenti la sera dell’incidente sarebbero stati trasferiti a Salerno per sette giorni, sottraendoli di fatto alla fase più delicata delle indagini.Il processo proseguirà il 19 settembre con l’arringa dell’avvocato Rocco Colicigno, altro legale di parte civile. v.s.





