Morra, traslazione salma di Maria Gargani - Le Cronache
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 Morra, traslazione salma di Maria Gargani

 Morra, traslazione salma di Maria Gargani

Si è concluso nella chiesa di Morra De Sanctis domenica scorsa, 4 giugno, con una solenne messa celebrata dall’Arcivescovo di S. Angelo dei Lombardi Pasquale Cascio e con la partecipazione di molte autorità civili e militari e di tanta gente accorsa dai paesi viciniori, il triduo che ha visto la presenza delle reliquie della Beata Madre Maria Crocifissa del Divino Amore, al secolo Maria Gargani dal 2 al 4 giugno.

 Morra è il paese dove Maria Gargani è nata il 23 dicembre del 1892.

La traslazione della Salma, che riposa nella cappella del convento delle Suore Apostole del Sacro cuore, Istituto religioso fondato dalla beata sito in Napoli alla via S. Rocco di Capodimonte n. 12, dove la stessa beata ha vissuto ed operato negli ultimi trent’anni della sua vita, è stata organizzata in occasione del 5° anniversario della sua beatificazione, proclamata nel Duomo di Napoli il 2 giugno 2018.

Il 21 maggio u.s. si è svolta a S. Giovanni Rotondo altra cerimonia in occasione del cinquantesimo anniversario della salita al Cielo della Beata (avvenuta il 23 maggio 1973), con l’intestazione a Lei di una piazza ed una solenne celebrazione eucaristica nel Santuario di S. Padre Pio da Petralcina, di cui la Beata Maria è stata la prima figlia spirituale e la prima salita agli onori degli altari.

La prima manifestazione voluta soprattutto dal Parroco di Morra, Don Rino e dalle Suore dell’Istituto, che oggi è guidato (quindi la diretta discendente spirituale della Beata), da una suora proveniente dall’Africa, si è svolta in un continuo clima di serenità e di frequenti emozioni. L’arrivo della salma sotto pioggia battente, forse è stato il momento più significativo. Si sono letti in molti volti i segni di una sincera commozione.

Eppure sono rimasti in pochi coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla e frequentarla. Tra questi, gli unici due nipoti diretti, figli di Francesco fratello della Beata, i fratelli Giuseppe Gargani ed Angelo Gargani.

La pioggia ha impedito che la cerimonia del saluto e di accoglienza del sindaco di Morra dott. Vincenzo Di Sabato si svolgesse dinanzi al Comune. Un lungo corteo ha accompagnato comunque le reliquie della beata nella Chiesa Madre dei SS. Apostoli Pietro e Paolo dove sempre l’Arcivescovo Cascio ha presieduto la cerimonia religiosa alla presenza del sindaco che ha porto il suo saluto sottolineando l’importanza dell’avvenimento come “momento di grande spiritualità che ha riunito l’intera comunità”. Presenti anche i sindaci di S. Giovanni Rotondo, Volturara Appula del foggiano, di Pescopagano nel potentino e degli irpini Andretta e Torella dei Lombardi. La chiesa era gremita di rappresentanti di varie associazioni e di fedeli.

Nel corso delle due giornate si sono attuate diverse iniziative come dall’intenso programma: meditazioni, preghiere, lodi, partecipazione di scolaresche e comuni cittadini, cui sono stati ripercorsi gli itinerari della Beata, riti presso il fonte battesimale, dove la beata ebbe a ricevere il suo battesimo ecc.

Da tutti è stato sottolineato che proprio da quella Chiesa è partito il viaggio che ha portato la piccola Maria al definitivo connubio ed alla progressiva ascesi verso il Cuore di Gesù.   

Avvertiva, racconta la stessa Madre Gargani, l’esigenza impellente di ricevere Gesù Sacramentato, tanto che riuscì a ricevere la prima Comunione con anticipo rispetto ai coetanei ed all’insaputa dei suoi genitori. Genitori, specialmente il papà Rocco maestro elementare, che l’avevano istradata verso la fede, inculcandole sani principi di cui ha fatto tesoro nella sua vita.    

Infatti dopo aver frequentato le scuole elementari sotto la guida del papà, si recò ad Avellino (insieme al fratello Francesco, presso lo zio Alfonso, censore del convitto nazionale), dove conseguì il diploma magistrale. Iniziò subito l’attività di insegnante a S. Marco la Catola ed in seguito a Volturara (FG).

L’insegnamento scolastico non era mai disgiunto da quello religioso ed all’apostolato. Anzi quest’ultimo lo praticava anche nelle ore pomeridiane, al di fuori della scuola. Aveva affittato, a sue spese, un locale dove raccoglieva ragazzi e ragazze svolgendo numerose attività, anche ludiche, tutte finalizzate ad inculcare sentimenti di fraternità, di amore per il prossimo, all’insegna della parola del Cristo. Aveva persino acquistato una macchina (pezzo raro dell’epoca) che proiettava le diapositive. Si prendeva cura dei bisognosi e degli ammalati. Visitava i carcerati. Insomma un vulcano, con enormi capacità di aggregazione.

Dopo aver conosciuto tanti sacerdoti e monaci, ebbe il primo contatto epistolare con Padre Pio nel 1916.

Nel 1918 i due si conobbero, avviando un dialogo che portò l’insegnante Maria Gargani a diventare, come detto, la prima figlia spirituale del futuro S. Padre Pio. Fu Lui a dissuaderla dall’entrare in un convento religioso, avendo immaginato per lei progetti più ampi ed impegnativi. Infatti quando la futura Beata andò a confidargli che aveva avuto l’ispirazione, sognando di voler fondare un ordine religioso, Padre Pio esclamò entusiasta: E’ qui che dovevamo arrivare. Il 21 aprile 1936 venne alla luce l’Istituto Suore Apostole del Sacro Cuore e Maria Gargani assunse il nome di Maria Crocifissa del Divino Amore. Dopo la guerra la casa generalizia si stabilì a Napoli in un immobile a lei donato da una benefattrice. Lì la madre fondatrice visse fino alla sua morte, continuando la sua opera instancabile di apostolato che le consentì di ampliare il numero delle Suore che la seguivano e ad aprire molti conventi. Non trascurava assolutamente gli affetti familiari ed ogni anno nel periodo estivo veniva a passare una quindicina di giorni nella sua casa natia di Morra, con la famiglia del fratello Francesco. Anche qui l’apostolato non conosceva soste.

 In uno dei conventi e precisamente in quello di Torrecuso si verificò il miracolo che ha consentito la sua proclamazione a BEATA.

Al nipote Angelo che Le chiedeva come fosse riuscita a realizzare tutto ciò (che ovviamente non è racchiuso nelle poche cose dette), rispondeva: “E’ stata ed è la PROVVIDENZA DIVINA”.