Mio figlio abbandonato e non curato in un Pronto soccorso - Le Cronache Cronaca
Cronaca Campania

Mio figlio abbandonato e non curato in un Pronto soccorso

Mio figlio abbandonato e non curato in un Pronto soccorso

Inizio da qui, dalla mia storia che sarebbe la storia di tutti quelli che si presentano a un pronto soccorso nel Sud. Accompagno con emergenza mio figlio al PS della mia provincia CE; al punto di accettazione spiego i sintomi gravi e fastidiosi che quella notte non l’ hanno fatto dormire con febbre, tosse, nausea, acidità, placche in gola, bruciore faringeo e chiedo un immediato consulto da parte del personale in corsia. Me lo registrano in codice verde, lo fanno sedere in ingresso su una sedia comune; io conoscendo già quell’ ingresso sempre ventilato e freddo porto con me una coperta; è stato su quella sedia con febbre e nausea, una busta in mano per tutte le volte che gli veniva da rimettere saliva; due ore prima di essere chiamato all’ interno. Grazie alla mia attiva insistenza che mio figlio è stato il più fortunato ad attendere solo due ore in ingresso, altri testimoni riferivano addirittura quattro ore di attesa. alcuni addirittura dal giorno prima. Siamo arrivati al pronto soccorso alle 7 e 20 di mattina mezz’ ora prima delle 8; orario di inizio cambio del personale, ragion per cui nessuno si assume la responsabilità di continuare il proprio lavoro fino alle 8. Quindi una mezz’ora speciale che potrebbe rappresentare un salva vita o diventano 30 minuti di inferno. Intanto mio figlio viene accettato per controllo e visita, dietro mia insistenza riusciamo ad entrare per le 10 con mascherina che avevamo già indossato prima di arrivare in ospedale. Appena nella stanza di cura o di accettazione il medico con tono burbero richiama mio figlio di indossare meglio la mascherina che aveva già sul viso e inizia a fare una serie di domande sui sintomi. Mio figlio a mala pena riusciva a parlare, alche mi sono intromessa, per riferire le sue difficoltà e sofferenze, il dottore con autorità mi chiede di stare zitta. Dopo che mio figlio era riuscito a raccontare tutti i sintomi, ci riferiscono di andare al primo piano della struttura per una visita otorinolaringoiatria e li arriva il bello della Sanità Italiana del Sud ; senza aver fatto un prelievo sierologico e senza far sedere mio figlio su una sedia a rotelle a causa di vertigini, febbre e nausea, lo accompagno io sotto al braccio al reparto. Arriviamo lì per la visita; in attesa c’ era solo una paziente, poi arriva il nostro turno. L’ infermiere chiama mio figlio e specifica che l’ otorino è in sala operatoria e se vuole essere visitato deve aspettare il pomeriggio. Assurdo, la paziente prima di mio figlio era stata visitata; mio figlio che in accettazione era un P.S. viene abbandonato a sé stesso, con visita nel pomeriggio pur sapendo della febbre, nausea..e altri sintomi legati alla gola.Il paradosso; ci fanno scendere di nuovo al pronto soccorso chiedendo al personale di visitare mio figlio. Sapete come ha reagito il dottore? Ha buttato sulla scrivania i documenti di visita di mio figlio e ci ha chiesto di rimetterci di nuovo all’ ingresso e aspettare l’ otorino nel pomeriggio. Voi genitori cosa avreste fatto? Bene noi siamo persone educate, io personalmente ho sempre la penna legata al dito e se vedo delle ingiustizie legate alla salute, scrivo dappertutto perché ripeto questa è la mia storia, ma è la storia di tutti nel Sud. Ringrazio Dio che mio figlio sta migliorando perché quel giorno che siamo andati via dal pronto soccorso senza essere visitato, abbiamo fatto tutti gli esami privati, visite private in meno di 24 o 48 ore.Così ha iniziato la giusta terapia. Mi chiedo se ci sentiamo male e spesso capita di notte, i P.S. del Sud sono così scadenti, a cosa servono?. Chiudeteli non servono, non hanno cura di noi.Altro che giuramento di Ippocrate!!

Matilde Pierro

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