di Pina Ferro
“Ci sono voluti due anni, una serie infinita di interrogazioni e mozioni, e finanche un esposto al Prefetto, affinché il sindaco di Scafati decidesse ad occuparsi della vicenda Farmacie comunali”. A sostenerlo è Michele Grimaldi capogruppo democratici e progressisti al Comune di Scafati. Il capogruppo sottolinea: “Due anni nei quali si è perso tempo prezioso, e nei quali ogni qual volta l’opposizione provava a fare luce tra le ombre, veniva interrotta, accusata di strumentalizzare, in qualche caso anche minacciata di querele. Due anni nei quali nessuna risposta abbiamo avuto sul che fine avessero fatto i bandi per la vendita, sul perché vi fossero due perizie diverse di stima del valore di vendita, sul perché il Comune dovesse un ristoro al Consorzio Farmaceutico, sul che fine avesse fatto la convenzione per la gestione, sul chi stesse controllando le entrate, le spese, gli inventari, i bilanci dei cinque centri costo rappresentati dalle farmacie comunali. Più volte abbiamo chiesto di conoscere i bilanci e le modalità di gestione. Più volte abbiamo chiesto di inserire eventuali entrate o perdite relative alle farmacie comunali nel bilancio dell’Ente. Ma la maggioranza si è sempre rifiutata, e questa è una precisa responsabilità del Sindaco, dell’Assessore al Bilancio, dell’Assessore alle Partecipate, e di tutti quei consiglieri comunali di maggioranza che hanno sempre scelto di chiudere gli occhi o girare la testa dall’altra parte. Fino alla recente discussione in Consiglio comunale sul Bilancio previsionale 2021-2023, dove il Bilancio approvato da Sindaco e maggioranza prevedeva in entrata incassi per la vendita delle farmacie per oltre cinque milioni di euro, e in uscita circa 800mila euro come ristoro al Consorzio. Nel mentre proprio il Bilancio consuntivo del Consorzio prevedeva come entrate (dal Comune di Scafati!) più di due milioni di euro per il ristoro e circa mezzo milione di euro per i bilanci in rosso (solo in un anno!) delle cinque farmacie comunali. Con una discrasia evidente tra i due bilanci, e con il valore di vendita delle farmacie che probabilmente non corrisponde più al vero, viste le perdite dichiarate. Nel mezzo, la reticenza di sindaco e Assessori a rispondere alle domande, la delega alle partecipate passata di mano in mano come una patata bollente, il silenzio più assordante dinanzi ad una situazione che si palesava preoccupante ed esplosiva. Soprattutto alla luce del fatto che la vendita delle cinque farmacie comunali era ed è parte integrante del Piano di rientro presentato dal Comune alla Corte dei Conti per evitare il dissesto. Oggi apprendiamo dalla stampa, come al solito, di numerose diffide pervenute da parte del Consorzio Farmaceutico all’attenzione del Comune di Scafati: sono vere? Perché il Sindaco non ha informato il Consiglio comunale di ciò che stava accadendo? Chi e in base a quali parametri e obiettivi starebbe trattando sul ristoro? Chi sta gestendo in questa fase le cinque farmacie comunali, determinando acquisti, ordini e spese? Perché il Comune – a quanto scrive il Consorzio – si rifiuta di subentrare nella gestione? Rimangono sullo sfondo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio comunale in occasione della discussione in aula sulla mozione di sfiducia che lo riguardava: “Non apparterrò mai alla categoria di consigliere comunale che rinuncia a pensare e a dichiarare che le farmacie comunali, che siamo tenuti dolorosamente a vendere per vincoli di bilancio e per decisione altrui, vadano vendute al miglior prezzo possibile…” E dunque, ancora oggi, rimane aperta la domanda al sindaco e all’avv. Santocchio, prima sfiduciato ed oggi Presidente del Consiglio comunale facente funzione: chi non voleva o non vuole vendere le farmacie comunali al miglior prezzo possibile?”