di Monica De Santis
Michela Masucci è la responsabile del centro antiviolenza Leucosia di Differenza Donna, una struttura che oltre ad accogliere richieste di sostegno delle donne sottoposte a molestie e violenza maschile, sarà il fulcro operativo del progetto “Dammi la mano”, percorso di resilienza e sostegno per bambini e bambine vittime di violenza assistita. Ieri ha partecipato all’iniziativa messa in atto da Retake Salerno, che ha messo insieme tante realtà e che ha dedicato una panchina rossa… “Per ricordare Anna Borsa, la 30enne uccisa poche settimane fa dal suo ex fidanzato in un salone di bellezza a Pontecagnano, ma anche per ricordare tutte le vittime di violenza, e oggi, con le mani colorate che sono state disegnate su questa panchina, vogliamo dedicarla anche a tutti quei bambini vittime di violenza o orfani di donne vittime di femminicidio”, spiega la Masucci, precisando che la scelta delle mani colorate sulla panchina rossa, rientra nel progetto interegionale “Dammi la mano”… “La violenza all’interno delle mura domestiche si ripercuote sempre ed inevitabilmente anche sui bambini, anche li dove non c’è una violenza diretta, ma assistita. Questa giornata – prosegue la Masucci – e questo importante momento ci da la possibilità di accendere i riflettori proprio sui tanti bambini e bambine vittime di questa violenza”. Michela Masucci spiega anche come a “Salerno, come in qualsiasi altra città, la violenza sulle donne è estremamente diffusa. Noi sappiamo benissimo che la violenza colpisce le donne di qualsiasi cultura, religione o ceto sociale, per cui sappiamo che è un problema culturale. Ecco perchè bisogna investire tutte le nostre risorse ed energie, affinchè ci sia un cambio culturale. E giornate come questa permettono appunto di sensibilizzare e fare giusta informazione”. Sul numero di denunce arrivate al centro antiviolenza Leucosia di Differenza Donna nell’ultimo anno, la Masucci parla di ben “150 richieste d’aiuto da parte di donne su Salerno città e comuni limitrofi. Noi come centro antiviolenza mettiamo a loro disposizione una serie di aiuti e servizi assolutamente gratuiti, rispettando la privacy e l’anonimato delle donne che si rivolgono a noi e abbiamo oltre l’ascolto telefonico, percorsi di sostegno emotivo psicologico per una rielaborazione della violenza, consulenze legali, lavoro in rete con tutte le istituzioni e percorsi di fuori uscita della violenza anche per bambini e bambine vittime di violenza”. Ed è proprio sui minori che il dato fornito dalla Masucci diventa allarmante. 80 le richieste d’aiuto ricevuto nell’ultimo anno, Un numero altissimo che desta davvero molta preoccupazione. “Ecco perchè è importante lavorare sulla giusta informazione – conclude la responsabile del centro antiviolenza Leucosia di Differenza Donna – partendo dalle scuole, bisogna dare una nuova educazione e sensibilizzare tutti, affinchè non vi siano più storie come quella di Anna, ma soprattutto non vi siano più bambini maltrattati e privati della loro infanzia”.