La Fondazione “A.Gatto”, presieduta da Filippo Trotta, offrirà alla cittadinanza questa sera, alle ore 21, presso il teatro Verdi di Salerno, un concerto affidato a due strumentisti dell’olimpo internazionale della musica “tutta” Danilo Rossi, viola e Stefano Nanni, pianoforte, un invito ad essere parte viva di questo scambio di linguaggio tra musica e poesia, per far in modo di accendere sempre più i riflettori sul lavoro della fondazione, che sta impegnandosi per veder assegnata finalmente una sede ed inaugurare un centro studi in città. La prima viola del teatro Alla Scala di Milano, Danilo Rossi, si presenterà in duo con il pianista compositore e arrangiatore Stefano Nanni, per la prima parte della serata, mentre in seconda battuta interverrà la Camerata Strumentale dell’Università di Salerno. Il tema del viaggio è il marchio di fabbrica di questo duo, un viaggio che farà tappa in ben sicuri porti, un viaggio che è naturalmente trasgressione e contaminazione, con protagonista un wanderer, di schubertiana memoria, che segue un cammino non dirigendosi verso qualcosa di connotabile fisicamente, verso un “luogo” reale, tangibile, ma nelle vesti di avventuriero dello spirito, di un essere che va alla ricerca di sé stesso, o meglio dell’indefinibile, di ciò di cui una lontana eco del proprio animo rende certi dell’esistenza, sfuggente ad ogni più rigorosa disamina razionale. Il pianoforte eclettico di Stefano Nanni sarà contrappuntato dalla viola di Danilo Rossi. C’è chi potrà immaginare una viola classica, o chi attenderà per l’intero concerto di ascoltare l’avvolgente suono umano di questo strumento, ma la viola sarà sorprendente, stravolta, visionaria, proponente e prorompente. La fantasia di Stefano Nanni, assolutamente libero da cliché, sempre estremamente lirico e comunicativo, l’approccio al ritmo creativo di Danilo Rossi, che sfrutta appieno le colorazioni timbriche del suo strumento, ma ritorna puntuale nel seguire la strada indicata da Nanni e a proporre egli stesso delle deviazioni, saranno gli ingredienti di questo spirito attualizzato del proporre pagine celeberrime e temi originali: la bellezza della musica sta nell’infinità di soluzioni, nella libertà dell’improvvisazione, nel divertimento che nasce tra i musicisti quando si suona sapendosi ascoltare, divertissement che si trasformerà in una conversazione strettamente familiare tra i due solisti e l’ uditorio.
La serata verrà inaugurata dalla famosa Passacaglia di George Friedrich Haendel in Sol Minore, nella trascrizione di Stefano Nanni, scelta dalla Rai per i suoi intervalli. Si proseguirà con “Mangiafuoco” di Stefano Nanni, ovvero il nostro desiderio di bambini mai cresciuti: quello di viaggiare insieme. Si imboccherà, indi, la strada della rivisitazione di brani patrimoni del sentire musicale di ognuno di noi, ascolteremo, quindi, il Paul Hindemith dello sferragliante “Furioso”, dalla sonata op.25 n°1 per viola sola che rivive con vari stili al suo interno: dal Fusion, al Funky, la quintessenza della motorik hindemithiana, in cui la bellezza del suono dello strumento ad arco potrà passare in secondo piano. Il viaggio continuerà con il Maurice Ravel della “Pavane”, pensata come uno standard, in cui è importante pensare come Ravel si lasci attrarre dal passato, visto però come luogo esotico, del quale egli riesce a riproporre perfettamente i tratti, pur attraverso un linguaggio armonicamente modernissimo che farà da solida base verso il passaggio al cosiddetto “extracolto”. Ascolteremo, quindi due tempi di una sonata per viola che Stefano Nanni ha dedicato a Danilo Rossi, Bolero e Funky, “Michelle” di Paul Mc Cartney e John Lennon, che segnerà l’entrata dell’orchestra, fino al rock psichedelico dei Pink Floyd con “The great gig in the Sky”, simbolo dell’inconoscibile che è ciò che più di ogni altra cosa fa paura ma, allo stesso tempo, affascina e stimola la curiosità dell’intelletto umano, emblema dell’ignoto è la morte, il nulla, il punto fermo dopo la vita, l’inquietudine interiore che porta alla depressione e all’alienazione. Uno sguardo ai grandi classici quali il Bach delle suites per violoncello, in una trascrizione per viola con il prélude della prima in Sol maggiore BWV1007 e la Sarabande e Minuetto della seconda in Re BWV1008 con l’impianto formale e la disposizione complessiva rispondente al più rigoroso razionalismo e l’invenzione improntata a quella raffinata eleganza e a quella tendresse tipicamente francese e al Beethoven del duo per viola e violoncello Duet mit zwei obligaten Augengläsern, WoO 32 in Mi bemolle maggiore, dal carattere energico e giocoso, in cui Danilo Rossi incontrerà Matteo Parisi.
Olga Chieffi