Questa sera, il teatro Amabile di Sant’Arsenio apre le sue porte al flautista che si presenterà in duo col pianista Raffaele Maisano
Di Olga Chieffi
Sarà un preludio alla tre giorni di Falaut, che ritorna ai primi di maggio, al teatro Verdi di Salerno, la rassegna “Il flauto in lettere” che da stasera al 21 marzo sarà ospite del Teatro Amabile di Sant’Arsenio, ideata dal flautista Salvatore Lombardi, docente del nostro conservatorio. Il progetto prevede una stagione concertistica intrecciata alla narrazione di personaggi letterari che hanno avuto un trascorso tra il Vallo di Diano e Napoli. Compositori e scrittori, musicisti e intellettuali di epoche diverse per quattro appuntamenti, trame letterarie e sonore intrecciate da Vanessa Marzullo, cognome di casa, in cui riconosciamo il nostro Antonio, segretario artistico del massimo salernitano. Questa sera, riflettori accesi alle ore 19, per una riflessione su Luca Mandelli di Diano (Teggiano), monaco agostiniano, il quale durante la sua vita passò da un convento all’altro del suo ordine, sostando soprattutto nelle relative biblioteche per leggere e studiare gli antichi manoscritti, in cerca di notizie per scrivere, come poi fece, una prima, grande storia della Lucania, regione di cui allora il Vallo faceva parte. Nell’Archivio di Stato di Napoli è conservato, infatti, il manoscritto della sua Lucania sconosciuta, comprendente oltre seicento fogli vergati con una scrittura fitta e non sempre chiara e leggibile. Quest’ opera apre ad una disquisizione sulla storia antica della Lucania, ma anche e soprattutto nella descrizione dei centri abitati e nel rilevamento delle testimonianze archeologiche, epigrafiche ed architettoniche dei luoghi esaminati. Esemplare, in tal senso, è la descrizione di Diano (“E’ circondato d’ogni intorno di mura, con spesse ed alte torri, con sole tre porte, che nelle occorrenze si chiudono”), con le sue chiese, i conventi, i palazzi dei notabili e il Castello, di cui il nostro autore traccia un profilo molto suggestivo. Sul Vallo il Mandelli riporta una rassegna di giudizi elogiativi espressi da famosi autori, quali il Magini, l’Alberti, il Mazzella, l’Ammirato. Ricorda anche il passaggio di Cicerone che, in fuga verso la Sicilia, trascorse una notte nella città di Atena, notte caratterizzata da un sogno premonitore. A seguire il concerto del flautista Matteo Evangelisti in duo col pianista Raffaele Maisano. E’ un concerto dedicato principalmente all’inseguimento di un suono, di secolo in secolo, che principierà con le prime due Sonate dell’opus seconda di Benedetto Marcello una mescolanza di “affetti” e severità in questa fatica giovanile del veneziano e che, appunto, presentano una meravigliosa essenzialità del disegno proprio per la plasticità così riconoscibile di certi temi subito fruibili. Balzo nel Novecento con “Barcarola e Scherzo” di Alfredo Casella simbolo dell’innato talento melodico dell’autore, nonostante siano tangibili l’urgenza espressiva dello Scherzo e l’elegante lirismo, ora cupo, ora sereno. Ritroviamo, quindi la magia evocativa del “Prélude à l’après-midi d’un faune” di Claude Debussy unita ad un’estrema perizia tecnica, che si libra con agilità in passaggi virtuosistici e che sfrutta nel contempo tutte le potenzialità espressive, talora sognanti, talaltra luminosamente vibranti, di uno strumento dalla “dolcezza romantica”, persuasivo, incantatorio, che diventa lussureggiante nel suono. Finale affidato alla Suite op.34 di Widor, un omaggio al flautista Paul Taffanel, un pezzo quasi pre-wagneriano, in cui riconosciamo quattro movimenti, spazianti dal caldo lirismo dell’Andantino che ricorda gli incanti schumanniani, ai funambolismi cromatici del finale, come dello Scherzo, che sposta l’asse verso un’idea conservativa di musica, considerano che la pagina debussiana ascoltata prima avanza questo idioma musicale di ben dieci anni. Prossimo appuntamento della rassegna sabato 29 febbraio con un trio Catello Coppola (flautista), Simone De Pasquale (viola), Adriana Cioffi (arpista), in un viaggio tra “Napoli-Parigi, un viaggio tra la musica e Jean-Paul Sartre”.