Di Andrea Orza
Mario Mozzillo, racconta il progetto dell’ associazione no-profit fondata a Castel San Giorgio. La guerra civica vede due schieramenti: da un lato il qualunquismo trasandato con il perpetuarsi di atti vandalici, dall’altro una piccola armata che vede il mondo come il proprio giardino. Come si potrà tramandare un nuovo codice per la cura dell’ambiente?
Com’è nato il vostro progetto?
“ “Amici per L’Ambiente” è un’associazione concepita alla tutela dell’ambiente, volgendo lo sguardo anzitutto ai nostri territori. È una realtà ancora in divenire ma con le idee chiare. Circa un anno fa, esploratori delle montagne e amanti della natura si sono riuniti al fine di conoscere al meglio le zone del circondario. Oggi questa alleanza è diventato un movimento che attira un bacino sempre più ampio e diversificato. Il circolo “Amici per l’Ambiente” è un no-profit iscritto al registro Capit, un Ente nazionale predisposto alla promozione sociale e culturale senza fini di lucro. L’impegno sociale vuole destinare un messaggio di cambiamento e cura alle nuove generazioni restituendo loro il diritto alla natura.”
Amici per l’Ambiente è molto più che un movimento. Quali campagne vengono portate avanti?
“Non è stato difficile coordinare delle azioni sul territorio. Nella zona collinare situata nei pressi di Castel San Giorgio c’è molto lavoro da fare, in particolar modo i CLEAN UP ci hanno tenuto impegnati nel corso del 2020 e 2021. La bonifica dei terreni inquinati ha segnato l’inizio del progetto e in circa 25 appuntamenti di pulitura possiamo dire di aver portato il nostro contributo tangibile. Sul percorso abbiamo trovato enormi quantità d’amianto, rifiuti abbandonati d’ogni tipo e un cimitero di pneumatici usurati. Solo mostrando il degrado in cui soccombe la natura si può sensibilizzare e dare una direzione al pubblico. Il programma proposto da “Amici per l’Ambiente” ha consentito l’installazione di panchine panoramiche e la ricollocazione di cartelli orientativi per gli escursionisti più curiosi. Inoltre, siamo coinvolti in diversi progetti, tra questi al primo posto viene l’opera di riconnessione all’ambiente. Crediamo che l’interazione debba essere collocata in un contesto socioculturale e non a caso spesso ci riuniamo nei luoghi storici del territorio e veniamo seguiti da una guida esperta che racconta le nostre radici. Il dibattito sull’etica deve diventare un coro a più voci oltre che di un impegno costante e concreto.”
Quali altri progetti in cantiere? A chi rivolgere un appello per un dialogo utile sull’urgenza globale quanto locale?
“L’associazione non si ferma mai, siamo in continuo movimento. A gennaio verrà promossa un’iniziativa che coinvolgerà anche i più piccoli. Abbiamo infatti pensato d’incoraggiare una piantumazione per donare un albero ad ogni bambino della scuola materna, ovviamente il tutto secondo la legislazione che offre una simile possibilità. Anche se siamo solo agli inizi, ci capita spesso di pensare ad una nuova educazione naturale. Questioni pedagogiche di questo tipo hanno bisogno di un supporto sia familiare che governativo. L’appello che lanciamo non è rivolto solo a coloro che vogliono guarire l’ambiente ma anche a chi vuole cambiare radicalmente il proprio stile di vita. La bellezza della nostra terra è innegabile ed è incomprensibile che non si riesca a cogliere un potenziale culturale e turistico, inclusa la complessità enogastronomica che detiene. Per secoli, nei pressi di Castel San Giorgio la società ha vissuto l’idillio contadino dove saperi locali hanno dominato la natura selvaggia procurando benessere e salute per tutti. Oggi vogliamo insegnare a comprende il linguaggio segreto della natura, un codice fatto di rimandi storici e sensazioni in grado di salvare le nuove generazioni dai guasti ambientali quanto sociali.”