di Erika Noschese
Nell’avvicinarsi della cruciale tornata referendaria dell’8 e 9 giugno, il panorama politico italiano è animato da un intenso dibattito che ruota attorno ai cinque quesiti proposti. In questo scenario di confronto dialettico, le parole dell’onorevole Franco Mari, figura di spicco di Alleanza Verdi – Sinistra, emergono con una chiarezza programmatica e un forte appello alla partecipazione consapevole dei cittadini. La sua posizione a favore del “sì” a tutti i quesiti si radica in una visione complessiva di cambiamento sociale ed economico per il Paese. “Sinistra Italiana vota convintamente cinque sì, fa la propaganda per i cinque sì al referendum”, ha dichiarato con determinazione l’onorevole Mari, marcando sin da subito la compattezza del suo partito nel sostenere l’approvazione di tutte le modifiche proposte. Questa adesione convinta non è presentata come una scelta isolata, ma come parte integrante di un progetto politico più ampio, volto a rispondere alle esigenze e alle sfide contemporanee della società italiana. L’onorevole Mari ha poi voluto stabilire un legame diretto e inequivocabile tra il referendum e le problematiche attuali che affliggono il Paese: “E voglio dire che non è che non abbia niente a che vedere con le questioni di cui parliamo oggi. C’è bisogno di un cambiamento totale in questo Paese, e un cambiamento totale avviene innanzitutto mettendo il lavoro al centro”. In questa affermazione si condensa una filosofia politica che pone il lavoro, nella sua accezione più nobile e dignitosa, come fulcro di ogni possibile trasformazione positiva. Per l’esponente di Alleanza Verdi – Sinistra, non si tratta di interventi parziali o settoriali, ma di una riorganizzazione profonda che parta dalla centralità della persona nel contesto lavorativo. Il ragionamento dell’onorevole Mari prosegue con un’analisi delle potenziali ricadute di un esito positivo del referendum su altri ambiti fondamentali della vita collettiva: “Se mettiamo la dignità del lavoro al centro avremo la possibilità di cambiare questo Paese e anche di affrontare temi come quello della sanità”. Questa connessione tra la valorizzazione del lavoro e il miglioramento del sistema sanitario evidenzia una visione integrata delle politiche sociali, in cui il benessere dei cittadini è considerato un obiettivo unitario e interdipendente. La dignità del lavoro non è vista solo come un diritto individuale, ma come un motore di progresso per l’intera comunità. Infine, l’onorevole Mari ha voluto invitare gli elettori a una riflessione che vada oltre la superficie dei singoli quesiti: “Perciò le questioni sono collegate: dentro quei cinque quesiti ci sono anche cose che non si vedono in apparenza, ma invece ci sono scritte tutte. Attraverso la dignità del lavoro si riconquista la qualità della vita”. Con queste parole, il deputato sottolinea la complessità e l’interconnessione delle materie referendarie, suggerendo che un’analisi attenta rivelerà implicazioni profonde e un filo conduttore comune: la centralità del lavoro dignitoso come strumento per il ripristino e il miglioramento della qualità della vita per tutti. Il suo intervento si configura come un appassionato appello al voto consapevole, nella convinzione che l’esito del referendum possa segnare una svolta significativa verso un futuro più equo e prospero per l’Italia.





