Mara Carfagna, alleata sotto mentite spoglie di De Luca - Le Cronache Ultimora
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Mara Carfagna, alleata sotto mentite spoglie di De Luca

Mara Carfagna, alleata sotto mentite spoglie  di De Luca

di Alberto Cuomo

L’uscita di Mara Carfagna, con almeno tre parlamentari, da Azione, dopo i passaggi ad altri partiti di segretari locali e consiglieri regionali nel corso degli ultimi due anni, ha quasi azzerato la formazione di Carlo Calenda. Per nobilitare tale uscita, darle cioè senso politico, l’ex valletta della tivu di Berlusconi ha sostenuto di non voler andare a sinistra, avendo compreso che il segretario del suo partito sarebbe invece intenzionato ad aderire al cosiddetto campo largo di Elly Schlein. L’affermazione appare non veritiera, e probabilmente profferita solo per trovare una scusante onde lasciare un partito che alle europee non ha avuto molti suffragi, tali da rischiare di non poter avere rappresentanza parlamentare alle prossime politiche del 2027. Non veritiera perchè è di una settimana fa un’intervista a Calenda in cui, alla precisa domanda sulla eventualità di una sua adesione al campo largo, ha risposto in maniera decisamente negativa, anche perché troverebbe di là Italia Viva di Matteo Renzi, il Movimento 5S e la Sinistra Italiano di Fratoianni contro i quali ha lanciato sempre le sue critiche. Quanto fa veramente “scappare a ridere”, tanto da potersi dire che la Carfagna non abbia senso del ridicolo, è la pretesa di essere più a destra di Calenda. Verrebbe da chiedere cosa intende l’ex showgirl, più propensa a fare sfoggio de corpo che non della mente, per destra e sinistra. Certo, nella babele attuale ad una tale domanda appare comunque difficile rispondere, e però si potrebbe grossolanamente convenire che si può definire politica di destra una politica che salvaguardi e privilegi la libertà individuale e del mercato, mentre quella di sinistra tenderebbe ad operare per un loro controllo da parte dello stato rivolto a comporre i conflitti che derivano da una assoluta libertà. Ora l’immagine di un Calenda propenso all’intervento dello Stato nelle questioni economiche e sociali, come vorrebbe Mara Carfagna, appare una ulteriore barzelletta che forse l’ex soubrette, avvezza alla televisione, propina ai cittadini pensando di produrre per loro siparietti da “Striscia la notizia”. In realtà Calenda, propenso ad un neoliberismo alla Reagan o alla Thatcher, è sicuramente più prossimo alla destra, con cui ha tentato e tenta di dialogare, che non alla sinistra e, sebbene sia fallito il progetto di Azione per la costruzione di un grande centro, una adesione di tale partito alla sinistra sarebbe innaturale, tale da fargli perdere consensi. Al contrario Mara Carfagna ha collaborato con esponenti di sinistra per formulare, da ministro, leggi contrarie alla discriminazione sessuale ed ha fatto parte, come responsabile del dicastero alle pari opportunità, del governo Draghi contro il parere del suo partito di centrodestra, Forza Italia, da cui preferì dimettersi. E non solo. Quando è stata esponente dell’alleanza di destra nella città di Salerno, essendo sindaco Vincenzo De Luca, la signora Carfagna è stata la più tenace alleata, sotto mentite spoglie, dell’amministrazione deluchiana, del suo cosiddetto “sistema”, tanto che i consiglieri di Forza Italia che a lei si ispiravano, come il ragioniere Giuseppe Zitarosa, costituivano una sorta di “quinta colonna” favorevole alla conduzione del comune da parte del Pd, approvando molte delibere della maggioranza di sinistra e, in particolare, il Piano Urbanistico Comunale su cui De Luca ha fondato le sue fortune politiche. C’è da dire che un tale atteggiamento ondivago non appartiene solo a Mara Carfagna e che lei è solo l’esempio più clamoroso di come sia necessaria una legge che impedisca ad un eletto in un partito in parlamento di passare, nel corso della legislatura, ad altra formazione, alterando gli equilibri politici. Di solito chi fa tali salti della quaglia non passa subito ad un altro partito ma si iscrive al gruppo misto onde attendere il momento propizio per offrirsi ad altri con i propri voti chiedendo contropartite, tanto più che le prossime elezioni politiche non sono poi tanto prossime. Inoltre, nel considerare come De Luca continui ad insistere sul terzo mandato sino alla eventualità di rompere con il Pd allargando le proprie liste civiche che lo hanno condotto alla presidenza regionale, perché non attendere l’esito della sua guerra personale e decidere in ragione della nuova composizione dell’arco politico in Campania, regione in cui viene eletta? Vuoi vedere che si possa realizzare un qualche scambio con De Luca? Ma no: Carfagna non va a sinistra, a meno che De Luca non si appoggi in qualche maniera a destra (e non erano i leghisti i suoi più ferventi ammiratori?) Insomma i giochini di Mara Carfagna tra destra e sinistra non incantano veramente nessuno e, probabilmente, se non ci fossero le quote rosa, senza credibilità, non avrebbe i voti che ha, su cui basa la sua disinvolta piroetta tra i partiti. Del resto non ha frequentato scuole di ballo?