Pina Ferro
«Quando torno ad Eboli con mio padre Mi è capitato più volte sentire persone dire: “era meglio quando c’eri tu”. Quindi la domanda mi sorge spontanea. Ma davvero ha fatto solo del male?!». A porsi l’interrogativo è Asia Maiale, figlia del boss di un tempo Giovanni Maiale. Asia ha 20 anni, ha un diploma di perito biochimico ed è iscritta al secondo anno del corso di laurea in Biotecnologie agro industriali. Solare e con grinta da vendere, raggiunta telefonicamente, non si sottrae a nessuna domanda. Anzi risponde come un fiume in piena facendo trasparire il grande legame che ha con il suo papà. Lo difende a spada tratta, difende quell’uomo che, nonostante un passato ingombrante, oggi ha voltato pagina abbandonando per sempre la strada che in più occasioni lo ha portato ad essere al centro della cronaca nera.Lo difende con la stessa grinta con cui una figlia difenderebbe il suo papà. L’occasione per contattare Asia è stata data da un suo commento in calce ad un articolo che riguardava proprio il suo papà. Nel commento, diretto al sindaco Cariello, Asia ha ribadito che Giovanni Maiale ha cambiato vita che ora vive onestamente.
Lei vive a Roma, cosa prova quando torna ad Eboli?
«Quando torno ad Eboli sono felice perché vedo i miei familiari..Io sono cresciuta a Roma e non ho avuto la possibilità di stare a contatto con loro».
Conosce il passato del suo papà? Lo ha vissuto?
«Io fin da piccola sono stata estranea a quello che è il passato di mio padre. Crescendo mi ha messo a conoscenza di quella che era stata la sua vita passata utilizzando sempre molto tatto».
Quale è stata la sua reazione?
«Non è stato questo a far cambiare l’amore che una figlia prova nei confronti di un padre. Nonostante ciò ho sempre preso le distanze. Non giustifico assolutamente ciò che è stato fatto».
Ha detto che torna spesso nei luoghi d’origine…
«Frequentando Eboli con il passare degli anni ho notato che passeggiando con mio padre sono varie le persone che provano felicità nell’ incontrarlo. Mi è capitato più volte sentire persone dire: “era meglio quando c’eri tu”. Quindi la domanda mi sorge spontanea.. Ma davvero ha fatto solo del male?!»