di Adriano Rescigno
In un battito di ciglia sono andati via trent’anni di storia della Cavese. Ugo Russo, massaggiatore, ma nei fatti un padre e fratello per tutti quelli che hanno vestito la casacca biancoblù, si è spento all’età di 72 anni all’ospedale di Eboli. Insieme alla pioggia battente le lacrime dei tifosi, insieme alla pioggia battente all’arrivo della notizia si sono fermati anche gli allenamenti della squadra. Nessuno ha resistito, nessuno è voluto rimanere distante alla famiglia di Ugo, la moglie Assunta ed i figli Ida e Gerardo. In via Ferrara a Pregiato una processione per tutto il corso della giornata di ieri, presso la sua abitazione, non lontano dal campo dove si allenano i giovani talenti della Cavese. Non riesce a parlare il collega massaggiatore Gioacchino Cafaro: «E’ stata una persona per gli altri. Un uomo eccezionale». «Ugo per me era un fratello maggiore, si faceva volere bene da tutti, dai grandi e soprattutto dai ragazzi per il quale era un padre, un fratello, tutto. Sempre vicino, non abbandonava mai nessuno, era una persona che viveva per aiutare gli altri. Ieri mattina non potevamo far altro che fermare le attività della squadra. Lui non avrebbe voluto ma noi non abbiamo saputo far altro che stringerci nel dolore. Dal presidente, ai giocatori, al magazziniere, nessuno riusciva a parlare, troppo dopore». A ricordare Ugo Russo, anche il mister Salvatore Campilongo: «Lo vedevo lavorare al campo di Pregiato con i ragazzi e ne rimanevo affascinato per la cura e per l’abnegazione. Sempre sorridente, sempre dalla barzelletta pronta per smorzare la tensione o per riportare serenità al gruppo. Era una persona splendida. Con lui va via un pezzo della Cavese».