di Armando Senatore
Tra i tanti lavori di pubblica utilità ha un ruolo fondamentale quello della polizia municipale, che espleta una lunghissima serie di compiti e funzioni che riguardano: la prevenzione e repressione delle violazioni alle norme contenute in leggi, regolamenti, provvedimenti statali, regionali e locali; l’informazione, la notificazione e l’accertamento di atti; il soccorso alla popolazione. Per cercare di comprendere meglio questo lavoro con i suoi pregi, ma anche con i difetti e le difficoltà con il quale viene svolto abbiamo incontrato Lucia Guadagno, che da diversi anni lavoro in forza alla polizia municipale di Salerno… “Ho scelto questo lavoro perché mi faceva piaceva l’idea di aiutare gli altri, rendere la mia città più sicura, stare a contatto con le persone e, confidenzialmente, indossare la divisa/uniforme era un mio grande desiderio”. Spesso sentiamo dire che ci sono pochi vigili urbani a controllo della città? E’ vero ma soprattutto questo è un lavoro che in tanti vorrebbero fare? “E’ vero che ultimamente siamo con un organico ridotto, è però anche vero che ci sono pochi giovani che sognano di entrare nella polizia municipale. Forse, perchè il tipo di lavoro è poco conosciuto e, comunque, non è semplice. Nello specifico non c’è un giorno uguale all’altro perché non è un lavoro programmato ma il nostro operato dipende dagli eventi che si verificano e per i quali è necessario il nostro intervento.” Perché venite sempre accusati per ogni problematica della città? “Le nostre competenze sono tante ed è necessario un continuo e costante aggiornamento professionale. Essendo polizia di prossimità, siamo vicini alle persone che esternano il loro malcontento per le cose che non vanno e chiedono ed auspicano, da parte nostra, la soluzione alle loro richieste e lamentele che vanno dal traffico, alla buca sulla carreggiata, ai problemi condominiali a problematiche più serie come violenza nelle famiglie, trattamenti sanitari obbligatori e così via”. Come si lavora al tempo del covid? “In questo periodo di pandemia, soprattutto nel primo lockdown, abbiamo dovuto affrontare una situazione nuova e all’inizio eravamo un po’ preoccupati. In primis abbiamo, unitamente alle altre forze di polizia, dovuto controllare l’uso delle mascherine all’aperto, le uscite giustificate con l’autocertificazione, le persone in quarantena, organizzare la consegna di alimenti a famiglie positive e così via fino ad arrivare ad oggi dove è ancora obbligatorio l’uso del dispositivo di protezione. Fortunatamente la situazione è leggermente migliorata ma constatiamo, purtroppo, che le persone portano i segni di questo vissuto. È stato un periodo difficile e faticoso ma il senso di dovere e di responsabilità nonché la propensione ad aiutare il prossimo ci ha aiutato ad affrontarlo e a fare del nostro meglio”. Le piace davvero il tuo lavoro? “Amo molto il mio lavoro, l’ho scelto e sono orgogliosa di quello che quotidianamente svolgo al servizio di tutti. Il lavoro è settoriale e io faccio parte del settore viabilità. Rilevo incidenti stradali, effettuo servizio scolastico, regolo il traffico agli incroci e intervengo ogni qual volta c’è richiesta da parte di qualcuno su disposizione della centrale operativa. Devo dar conto di quello che faccio mediante la redazione di relazioni di servizio indirizzate al Signor Comandante. Amo il mio lavoro ma a fine turno tiro un sospiro di sollievo che tutto sia andato bene”.