di Erika Noschese
Non solo Mariastella Gelmini ma anche Mara Carfagna e, probabilmente, nei prossimi giorni potrebbero arrivare anche Gigi Casciello e Rossella Sessa. Mentre Forza Italia perde pezzi storici importanti, Azione li conquista. Il partito fondato da Matteo Richetti e Carlo Calenda sembra aver conquistato il cuore degli ex forzisti ma ora l’obiettivo è conquistare anche il voto dei loro elettori. Non tutti i fuoriusciti però potrebbero essere candidati ma “lo spazio c’è per chiunque voglia venire nel nostro entourage regionale e provinciale per lavorare insieme a noi”, ha assicurato il coordinatore cittadino, Donato D’Aiuto. “Non ci precludiamo nulla perché la voglia di crescere è tanta e tra persone intelligenti che la pensano allo stesso modo e vivono la politica allo stesso modo può esserci solo un incontro costruttivo”, ha detto poi D’Aiuto che Segretario, Azione oggi conta l’adesione di parlamentari fuoriusciti da Forza Italia quali Mara Carfagna che ha già annunciato la sua ricandidatura… “Noi in questa fase ci siamo aperti a tutti coloro che vogliono seguire il progetto di Azione, aggregare in un solco di serietà, credibilità e proposta politica; chiunque voglia lavorare su questo e portare avanti l’agenda Draghi è benvenuto. Certo è che prendere all’interno del nostro gruppo un ministro del governo Draghi come Mara Carfagna, con un profilo istituzionale di altissimo livello, è sicuramente un bene”. Ci sono altri forzisti che hanno detto addio al partito, da sempre vicini alla Carfagna. Anche per loro ci sarebbe spazio in Azione? “Lo spazio c’è per chiunque voglia venire nel nostro entourage regionale e provinciale per lavorare insieme a noi, non ci precludiamo nulla perché la voglia di crescere è tanta e tra persone intelligenti che la pensano allo stesso modo e vivono la politica allo stesso modo può esserci solo un incontro costruttivo”. A questo punto il problema candidature con il numero dei parlamentari nettamente ridotto. Si rischia un crollo netto della rappresentanza territoriale… “Quello della rappresentanza è un problema di tutto il Paese, siamo stati uno dei pochi partiti – se non l’unico – a schierarsi apertamente contro quel referendum sul taglio dei parlamentari. Siamo stati gli unici a crederci, ad organizzare movimenti di opinione, eventi sul tema e sappiamo di cosa si parla. Sappiamo che questi nuovi ingressi possono togliere spazi a chi ha lavorato per anni ma se l’obiettivo è comune non deve essere un problema bensì un modo per lavorare insieme e rafforzare il partito”. Per Azione ma con la Lega e con i 5 Stelle. Esclusa l’ipotesi coalizione di centrodestra, dunque… “Il centrodestra, da quello che è all’ordine del giorno, è abbastanza unito dunque la coalizione che vede insieme Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia non può vederci protagonisti. Lo abbiamo detto dal primo momento: quella della Lega e FdI non è la politica populista che abbracciamo e sposiamo”. Quale sarà la vostra coalizione? Centrosinistra o un centro da ricostruire? “Uno dei casi sicuramente interessanti è la rottura tra il Pd e il Movimento 5 Stelle, finalmente, perché da sempre auspicavamo questo. Credo sia sbagliato focalizzarsi sempre solo su con chi andare alle elezioni, bisognerebbe ragionare su cosa fare e come; abbiamo messo al centro del dibattito politico i temi e chiunque voglia lavorare su questo terreno, portando avanti l’agenda Draghi e allontanarsi da una politica fatta di proclami e slogan, per dare un contributo al lavoro svolto in questi anni da noi e da Calenda a Roma è il benvenuto; non parlerei solo di sigle politiche e partitiche ma di un’agenda concreta attorno alla quale sedersi e lavorare”. Scissione interna ai Cinque Stelle, cosa ne pensa? “Il Movimento 5 Stelle si è dimostrato, durante tutta la legislatura, non molto affidabile: avevano detto che non avrebbero mai fatto alleanze e invece si sono alleati, prima con la Lega e poi con il Pd fino a far cadere Draghi, unica personalità stimata in tutto il mondo che ha portato l’Italia a sedersi a tavoli importanti. Credo che la caduta di Draghi sia imputabile soprattutto a loro e poi al centrodestra che ha tratto benefico, avendo dalla loro i sondaggi”. Insieme per il Futuro, il nuovo movimento fondato da Luigi Di Maio, oggi apprezzato dal centrosinistra. Crede sia possibile un campo largo con il ministro? “Non so se sia possibile, Di Maio ha un passato politico che non si cancella ma ciò non toglie che la linea politica degli ultimi mesi lo vede cresciuto e maturato sotto alcuni aspetti politici che io condivido; da questo a pensare che sia un interlocutore qualificato ce ne passa ma l’obiettivo resta portare avanti un programma serio che possa migliorare il Paese ed è su questo che bisogna ragionare. Il Di Maio affacciato al balcone a festeggiare per l’abolizione della povertà non è il Di Maio di oggi, certo è che bisogna capire quanto il suo passato politico possa influire sulle scelte future”. Quali sono i temi principali da trattare, secondo lei? “Le scelte politiche degli ultimi ci hanno portato ad essere Russiacentrici, ovvero troppo dipendenti dalla Russia anche per questioni energetiche come un investimento sul nucleare. Noi da mesi parliamo della necessità del nucleare, sono tematiche attuali e lo scopriremo nel prossimo autunno. Altro punto è la riforma Giustizia, da riprendere e portare avanti”.