L'on Brambilla: I Comuni devono tutelare le colonie feline - Le Cronache Attualità

L’onorevole Michela Vittoria Brambilla è, da sempre, riferimento di associazioni animaliste e non solo. Il suo è un impegno concreto a 360 gradi dentro e fuori le aule di Palazzo Montecitorio e sono suoi, almeno per il 99%, i disegni di legge che vanno nella direzione della tutela degli animali e incremento delle pene per chi commette reati o abbandona gli animali, soprattutto nel periodo estivo. Di recente, l’onorevole Brambilla – accompagnata dal vice presidente di Noi Moderati alla Camera dei Deputati Pino Bicchielli – ha fatto visita al canile municipale di Cava de’ Tirreni e successivamente ha incontrato le associazioni animaliste per fare il punto sulle tante criticità che vivono le strutture in Campania e capire come il governo può intervenire. Onorevole Brambilla, lei ha visitato il canile di Cava de’ Tirreni e lo ha definito un’eccellenza del Mezzogiorno. Quali sono le difficoltà che oggi incontrano i canili soprattutto nel sud Italia? «Risentono della mancata applicazione della legge 281: scoppiano, letteralmente, perché troppo spesso i proprietari non seguono le regole del possesso responsabile, i Comuni non controllano e fanno pochissimo per promuovere le adozioni e le Asl non sterilizzano o comunque non abbastanza. A Cava dei Tirreni ho trovato invece una struttura che funziona bene, con volontari motivati e impegnati, ottimi servizi veterinari, una percentuale di sterilizzazioni elevata: un modello virtuoso che sarebbe bello poter esportare in altri territori del Sud, dove l’attenzione al benessere degli animali non è altrettanto alta». A giugno si discuterà la sua proposta di legge. Quali sono le novità più importanti? «L’obiettivo principale è elevare le sanzioni penali per chi maltratta o uccide gli animali, in modo tale che, almeno nei casi più gravi, caratterizzati da crudeltà e sevizie, il responsabile corra il rischio di andare effettivamente in carcere e comunque paghi una multa proporzionata all’efferatezza del suo gesto. I limiti attuali, ad esempio due anni di reclusione per l’animalicidio, obiettivamente non hanno forza deterrente». La provincia di Salerno è stata macchiata da un crimine: un gattino scuoiato vivo. Episodi simili non devono più verificarsi… «È appunto a fatti come questi, caratterizzati da sevizie quasi irriferibili, che mi riferisco quando sottolineo la necessità di pene più severe. Sono crimini non solo orribili in sé, ma si considerano, giustamente, reati-spia di una possibile evoluzione di chi li compie verso atti di violenza contro esseri umani, in particolari soggetti deboli come donne, bambini, anziani. Non possono restare senza sanzioni adeguate».⁠ Canili e loro gestione, un passo concreto sarebbe anche prevedere l’affidamento esclusivo alle associazioni senza scopo di lucro. «La gestione dei canili in molti casi è diventata un business, che peraltro fa gola anche alle organizzazioni criminali. Così gli animali sono traditi e abbandonati due volte, prima dai loro ex amici umani e poi alle istituzioni che talvolta si affidano a soggetti senza scrupoli. Che ai bandi dei Comuni possano partecipare solo le associazioni senza fine di lucro, con esperienze di gestione virtuose e certificate mi sembra una buona idea, un passo aventi verso la trasparenza e la maggior tutela degli animali». Colonie feline, quali iniziative da parte sua per evitare il fenomeno del randagismo? «Non è un caso se la legge parla di “gatti liberi”. Le colonie feline sono riconosciute dalla 281 e i Comuni devono tutelarle e agevolare l’impegno dei volontari che si prendono cura dei felini. Va create e resa obbligatoria l’anagrafe dei gatti (finora era possibile solo l’iscrizione facoltativa ad anagrafi private), ma a questo si provvederà con la progressiva implementazione del Sinac, il Sistema di Identificazione Nazionale degli Animali da Compagnia (Sinac). Le nuove norme prevedono obblighi di registrazione per i proprietari, gli operatori di stabilimenti, i canili, i rifugi e tutti gli altri operatori del settore. I dati relativi a variazioni anagrafiche, come trasferimenti di proprietà, movimentazioni e decessi degli animali, devono essere tempestivamente registrati entro sette giorni dall’evento. Per gli smarrimenti e i ritrovamenti, l’obbligo è di registrare le informazioni entro quarantotto ore. Un grande progresso rispetto alla situazione attuale». Si avvicina l’estate, quale è il suo appello per evitare l’abbandono di animali? «Abbandonare un animale abituato a condividere la vita con noi è un atto ripugnante, un vilissimo tradimento, produttivo di enormi sofferenze e di rischi per tutta la comunità. Non ha altra giustificazione che l’egoismo di chi lo compie e presto sarà punito più severamente. Il classico “abbandono su strada”, quando entrerà in vigore il nuovo codice stradale, costerà ai “furbi” come minimo la sospensione della patente. E conseguenze penali gravissime se l’abbandono dovesse provocare un incidente con morti o feriti». Che cosa secondo lei il governo potrebbe ancora fare per aiutare le strutture comunali che accolgono ogni giorno i randagi? «Le condizioni dei conti pubblici sono difficili, ma vedremo se sarà possibile rifinanziare il fondo nazionale per la lotta al randagismo e quello per la progettazione e la costruzione di nuovi rifugi nei Comuni strutturalmente deficitari, in stato di predissesto o dissesto finanziario». er.no