Patente a punti, decreto Salva casa: è stata una settimana densa di novità, questa che sta per chiuderli, per il mondo dell’edilizia.
Antonio Lombardi, presidente nazionale di Federcepicostruzioni: partiamo dalla patente appunti. Come vede questo nuovo sistema di qualificazione delle imprese? Incrementerà le condizioni di sicurezza nei cantieri edili?
“In premessa: non lo ritengo affatto un sistema di qualificazione. Piuttosto, un ennesimo carico di burocrazia per le aziende. Dubito fortemente che questo si traduca in un incremento delle condizioni di sicurezza. La qualificazione è ben altra cosa: poco o nulla ha a che fare con punti, bollini e contrassegni. Buono quindi l’antefatto, la premessa: ma non lo strumento adottato. Rendere i cantieri più sicuri non può prescindere da un nuovo, moderno, efficiente ed efficace sistema di qualificazione delle aziende. Che si ottiene investendo professionalità ma anche risorse, a partire dai fondi inutilizzati dell’Inail”.
E questo come può avvenire?
“Premiando davvero, e concretamente, chi investe in formazione, in informazione, in qualificazione, in specializzazione, in presidi di sicurezza. Mi riferisco a meccanismi veri, premiali, nelle procedure di affidamento e nelle gare d’appalto. Con questo sistema a punti si inserisce solo un nuovo orpello anacronistico, complicando ulteriormente la vita agli imprenditori già costretti oggi a conservare in cantiere oltre 70 documenti alla sicurezza. Ai quali oggi si aggiunge anche questa patente”.
Un sistema quindi che non la convince.
“Affatto. Fatico davvero a comprenderlo. Si pensi ad esempio che in caso di infortunio mortale per colpa grave, questo sistema prevede la sospensione della patente per l’imprenditore. Vorrei dire: in caso di colpa grave accertata e di incidente mortale, la coercizione può mai essere il ritiro della patente? O che anche, in caso di incidente non mortale, sul fronte della sicurezza tutto possa ridursi in un mercanteggiamento sui punti da defalcare? Per non parlare poi delle sanzioni: questo sistema prevede che al di sotto di una certa soglia di punteggio, come per la patente di guida, scattino obblighi formativi. Noi abbiamo un’idea diversa della sicurezza e della formazione: attiveremo corsi sulla sicurezza per mantenere sempre al passo imprenditori e lavoratori, e garantire le massime condizioni di sicurezza, attingendo anche alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale. Sempre, incessantemente. La formazione sulla sicurezza non può essere svilita ad un obbligo, una sanzione per recuperare punti sulla patente”.
Veniamo al Decreto Salva Casa: qual è la sua opinione in merito?
“Ci sono indubbiamente elementi interessanti: aspetti sui quali finalmente si interviene dopo decenni di trascuratezza: ad esempio aprendo alla possibilità di sanare le varianti ante 1977. Uno Stato non dovrebbe porsi, dopo quasi mezzo secolo, il problema di legalizzare questi abusi: è inconcepibile. O interviene in sanatoria in tempi ragionevoli, o impone subito il ripristino dei luoghi. Sono proprie queste lunghe inadempienze, questi inconcepibili decennali silenzi, che hanno fomentato e fomentano l’abusivismo. È comunque un bene che finalmente si metta un punto fermo”.
Altri punti molto discussi riguardano le altezze, le superfici e le tolleranze.
“Anche qui si interviene finalmente in situazioni che nella realtà fattuale riguardavano già destinazioni abitative. È sicuramente un bene l’innalzamento delle soglie di altezza per l’agibilità dei sottotetti, come pure della superficie minima, e la soglia di tolleranza che garantisce un minimo di marginalità. Molto condivisibile anche la subordinazione a lavori di ristrutturazione per migliorare le condizioni di abitabilità. Si sanano così situazioni di abuso per forza maggiore molto diffuse. E si incrementa il valore degli immobili”.
Un vantaggio anche per i Comuni, che potranno confidare su un maggior gettito fiscale.
“Diciamo che uno dei punti di criticità è proprio questo: demandare ai Comuni l’applicazione di molte delle norme contenute nel Salva casa: sappiamo, anche per esperienza, che molto spesso questa delega resta lettera morta per incapacità delle amministrazioni, soprattutto quelle più piccole, non dotate di personale e mezzi adeguati. Per chi riuscirà a farlo è evidente che vi sarà un indubbio vantaggio rappresentato dal maggior gettito, legato sia all’attivazione delle procedure di sanatoria, sia alla tassazione che conseguirà per le nuove superfici agibili e abitabili”.