di Olga Chieffi
Ritorna in palcoscenico il Conservatorio “G.Martucci” di Salerno, guidato da Fulvio Maffia, con un progetto complesso, tra parola, musica e cinema, che dalla terzina dantesca ci condurrà sino ad oggi. E’ un’opera jazz dal titolo Divina Poesia, firmata da Sandro Deidda e Alex Voglino, concepita un anno fa e ultimata da poco, in occasione dei Settecento anni della morte di Dante Alighieri, e stasera alle ore 21, vivrà la sua prima esecuzione, sul palcoscenico del teatro delle Arti. E’ uno spettacolo con doppio coro, voce recitante e proiezioni di immagini. Il poema è suddiviso in tre set, Inferno, Purgatorio e Paradiso, con sette brani per ogni cantica, quindi 21 pezzi, tra musiche originali, che composte da Sandro Deidda, mettendo in musica le terzine stesse, che prevederanno interpolazioni, quali ad esempio Minnie The Moocher di Cab Calloway per l’Inferno, o When the Saints Go Marching In, naturalmente, in Paradiso, insieme ad A Love Supreme di John Coltrane, e un Regina Coeli arrangiato sempre da Deidda. Nell’Inferno incontreremo Caronte, Pier delle Vigne, Virgilio, Lucifero. Per il Purgatorio Casella Manfredi, saremo coinvolti in una riflessione musicale sui sette peccati capitali, ma anche musicisti “golosi” quali Jaco Pastorius e Charlie Parker. Musica e parole avranno ospite anche la settima arte, il cinema con immagini in proiezione come gli storici due film italiani prodotti nel 1911, “L’Inferno” di Francesco Bertolini e della Milano Films quello, sempre dedicato alla prima cantica di Giuseppe Berardi per la Helios film. In Purgatorio, vedremo l’ intenso finale della Dolce Vita Fellini e qualche spezzone di Amadeus di Milos Forman con Antonio Salieri ossessionato dalla coscienza della propria inesorabile mediocrità di fronte al genio del suo rivale e pronto a dichiarare guerra perfino a Dio, spinto da un feroce desiderio di vendetta. In Paradiso, invece, saremo accompagnati da Fred Astaire e Ginger Rogers, nel loro ballo più celebre Cheek to Cheek da Top Hat, una song che inizia con la parola Heaven, appunto, seguiti dal cinema sperimentale degli anni 20 di Marcel Duchamp, accompagnata da grafica tridimensionale. La Commedia attraverso questa lettura particolare pare quasi far da parte Dante per lasciarci, attraverso il suo verso, al contatto immediato con il testo in veste di testimone per il nostro tempo: basta un punto comune, con altri linguaggi per essere “ispirati”, dove “spiro” sta per fiato e dove fiato sta per anima, così da avere una specie di fonte solare d’illuminazione toccante un’intera catena di rispondenze velate. Il punto in comune lo attingiamo dal canto XIX del Paradiso: è l’ “Infinito eccesso”, ovvero la generazione di un linguaggio che può “dire” l’indicibile, la musica, l’arte tutta. Il pubblico in sala vivrà un’esperienza totalizzante: la rappresentazione dei Sette vizi capitali e del viaggio verso la Purificazione sarà affidata agli strumenti musicali e alle voci di Giancarlo Ciminelli tromba, Sandro Deidda Sax soprano , flauto e clarinetto, Daniele Scannapieco Sax tenore e flauto, Raffaele Carotenuto, trombone, Carlo Fimiani, acustica, Giuseppe Ruocco Chitarra elettrica, Diego Carboni Organo e Tastiere, Guglielmo Guglielmi pianoforte, Dario Deidda, basso elettrico e armonica, Tommaso Scannapieco contrabbasso, Pierpaolo Bisogno, vibrafono e percussioni, Gerardo Palumbo percussioni, Giuseppe La Pusata, batteria, alle voci di Carlo Lomanto, Vittorio Frattini e Alex Voglino, Voce recitante, unitamente al coro formato da Marina Del Grosso, Annina Galiano, Carmen Scognamiglio, Roberta Vellucci, Vittoria Lomonaco, Simone Capriglione, Natalino Cioffi, Gennaro Vitale e Antonio Valentino.