Cosa succede se un ottuagenario, più vicino ai novanta che agli ottanta, s’interfaccia con il mondo del digitale terrestre, delle cartelle esattoriali, dei rifiuti, della loro differenziazione e delle energie rinnovabili? A metà tra una produzione neorealista, una biografia per immagini e parole ed un reportage profetico sui drammi del nostro tempo Zio Angelo e i tempi moderni è un film indipendente che regala poco meno di un’ora e mezza di sorrisi e riflessioni, di interrogativi aperti come di certezze. Tra queste ultime ve n’è una: Angelo Lopardo, 88 anni, di Brienza (Potenza), più che mai autosufficiente nel fisico e nel pensiero, intagliatore di pali di legno ed ebanista di professione, ma attore per più di un giorno, con una serie di inenarrabili co-protagonisti tutti caratterizzati da estreme particolarità. Il film è diretto da Daniele Chiariello, che spopola sul web coi suoi cortometraggi e che è noto in campo nazionale con la sua casa di produzione audiovisiva Zork Digital Planet. Lo incontriamo, alla vigilia dell’uscita del film nelle sale cinematografiche (il 6 Febbraio, per l’esattezza), per una breve chiacchierata per conoscerlo meglio e approfondire alcuni aspetti del suo lavoro e del suo percorso”. D) Quali difficoltà e quali vantaggi incontra un regista che vuole girare un film tra Campania e Basilicata? R) I vantaggi sono tanti, dal punto di vista logistico entrambe hanno location fantastiche dal mare alla montagna e sono posti facilmente raggiungibili e comodi . La disponibilità delle persone per esempio è estrema. Siamo riusciti a realizzare un film soprattutto grazie a loro. Gli svantaggi? Uno in primis: un film si sostiene anche grazie ai finanziatori. In zona è difficile trovarne, forse perché ancora non è nella mentalità imprenditoriale, di questo territorio, sostenere simili iniziative. D) Quale reazione le piacerebbe suscitasse nel pubblico il suo film all’uscita dal cinema? R) Sicuramente allegria ed allo stesso tempo riflessione. Purtroppo a volte la finzione supera la realtà, tanto che, ironia della sorte, si parla di nuove pale eoliche a ridosso della contrada Monte di Brienza, dunque mi piacerebbe che suscitasse una riflessione sulla nostra contemporaneità . D) Chi sono i registi contemporanei o del passato verso i quali avverte una maggiore vicinanza? R) Oggi i fratelli Cohen per lo sguardo trasognato e nello stesso tempo cinico sulla realtà. Del passato dal punto di visto dell’approccio al cinema Antonio Margheriti, probabilmente a molti sconosciuto. Ne ho grossa stima per il suo approccio artigianale al fare cinema. D) Il cinema italiano contemporaneo è oggetto di discussione e dibattiti. Alcuni intravedono una certa vivacità e creatività, altri pensano che il picco di ispirazione e ricchezza toccato tra i ’50 e i ’70 sia irripetibile. Qual è la sua idea? R) Secondo me è irripetibile, non a caso negli anni ’50, ’60, ‘ 70 sono stati prodotti dei capolavori ai quali i registi contemporanei ancora si ispirano. Gli attori, registi, sceneggiatori e maestranze che in quegli anni caratterizzavano il cinema italiano è quasi impossibile trovarli oggi. La speranza che il cinema italiano si risollevi potrebbe essere nella tecnologia alla portata di tutti che consente a molte più persone di esprimere il loro potenziale talento. Facciamo il nostro in bocca la lupo al film allora, con l’auspicio che il pubblico decida magari di dribblare blockbuster e film catastrofisti a favore di un’immersione in un racconto che alla leggerezza affianca il senso dell’impegno civico.
Umberto Maffei