di Andrea Pellegrino
Quella dell’Ideal Standard è la vicenda giudiziaria che ha marchiato Vincenzo De Luca come «impresentabile». E’ l’accusa di corruzione, infatti, che avrebbe fatto inserire nella lista redatta da Rosy Bindi – a ventiquattro ore dal voto regionale – il nome dell’ex sindaco di Salerno, oggi governatore della Campania, nella lista dei “cattivi”. De Luca, per la vicenda specifica, ha rinunciato alla prescrizione proseguendo, così il processo che è ancora al primo grado di giudizio. I reati ipotizzati nel procedimento che, coinvolge anche l’ex primo cittadino di Salerno Mario De Biase, vanno dalla lottizzazione abusiva, alla truffa, al falso fino alla corruzione. Vincenzo De Luca, all’epoca dell’indagine, era deputato diessino: “immunità” che gli consentì la distruzione delle intercettazioni in mano alla Procura della Repubblica di Salerno.
L’inchiesta poggia tutta sul riutilizzo dello stabilimento industriale dell’Ideal Standard e sul reinserimento dei suoi lavoratori. Tutto ebbe inizio nel 1998 quando l’Ideal Standard comunicò l’intenzione di chiudere. Allo stesso tempo, però, annunciò di essere in contatto con la Sea Park, che avrebbe potuto realizzare un parco marino e riassumere i dipendenti. Il parco non poteva essere realizzato su quei suoli perché avevano una destinazione industriale, bensì in litoranea, per la quale la società chiese ed ottenne dal Comune una variante. Ma il parco marino non è mai nato, così come è tramontata l’ipotesi di costruzione della centrale termoelettrica sui suoli Ideal Standard.