di Michele Amoruso
“Giornalista di Studio Aperto non sa di essere in onda e dà una notizia di economia”. Fare fictionary news in Italia è un’impresa non da poco, ma Lercio, si può dirlo, è riuscito nell’impresa. Vincitore nel 2014 del Macchianera Awards per la miglior battuta (citata all’inizio), si è imposto alle folle della rete con un successo inaspettato e meritatissimo. A Salerno alcuni degli autori arrivano per presentare la loro ultima fatica, “Un anno Lercio”, presso la Feltrinelli di Corso Vittorio Emanuele, con una sala gremita ed una cartucciera infuocata di battute-notizie fresche e passate. Prima delle risate, però, non è mancata una riflessione impegnata sui recenti accadimenti di Parigi: l’attentato a Charlie Hebdo e la grande risposta del popolo francese. Anche Lercio ha vissuto e seguito con particolare attenzione le vicende transalpine, cosa naturale per chi si nutre di satira e ne fa una missione culturale. Soprattutto in difesa della libertà d’espressione. Facendo un po’ di storia, la palestra in cui Lercio si è formato è una delle migliori auspicabili: il blog di Daniele Luttazzi, che proprio con l’interpretazione di Panfilo Maria Lippi, conduttore della immaginaria Tabloid di Mai Dire Gol, aveva posto i prodromi, molti anni or sono, del genere delle fictionary news. Ora Lercio è un fenomeno virale, in ascesa, si è stabilmente imposto nel panorama satirico nazionale. A conferma di ciò si può rilevare, senza sorpresa alcuna, che i presenti sono arrivati alle lacrime, dal ridere, alla lettura delle fake news. Se, a giudicare dal nome scelto per il libro, sembra essere stato per la nostra nazione un anno lercio, per Lercio, invece, questo è stato sicuramente un anno d’oro.