di Erika Noschese
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi apre alla coalizione di centrosinistra che vede insieme il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Un cambio di passo in vista delle prossime, importanti, scadenze elettorali e per la Campania il riferimento non può non essere alle regionali con il terzo mandato al presidente De Luca ancora in stand by. Secondo Renzi l’alleanza di centrosinistra non solo è possibile, ma è anche l’unico modo «per evitare che ci teniamo per lustri Giorgia Meloni con sorelle, cognati e compagnia cantante – ha dichiarato Renzi – Per reagire va costruita l’alternativa, dichiarando chiusa la stagione dei veti e mettendo insieme i voti». Una scelta, quella del fondatore di Italia Viva che vede d’accordo anche gli esponenti locali. E tra questi Anna Rita Leonardi, membro della cabina di regia di Italia Viva in regione Campania e sono SMM di Maria Elena Boschi
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi apre al centro sinistra. Qual è la sua opinione?
«Sono assolutamente d’accordo, e ritengo che sia la scelta più sensata e logica. Trovo singolare che qualcuno si stupisca: mi chiedo, cosa si aspettavano da un riformista, ex segretario PD che da premier ha dato al Paese la più grande stagione dei diritti degli ultimi 40 anni? Matteo Renzi è stato molto chiaro: “in uno scenario come quello attuale, in cui si deve scegliere da che parte stare, io non ho dubbi su quale sia il mio posto. Mai con Meloni e Salvini”. Sfumato il progetto del Terzo Polo, per volontà di Calenda, la nostra strada può e deve essere solo quella del centrosinistra».
Per i partiti ci sono sfide importanti, una su tutte le elezioni regionali. Favorevole o contraria al terzo mandato per il presidente De Luca?
«Italia Viva ha votato favorevolmente alla proposta per il terzo mandato, proposta che purtroppo non è passata. Il presidente De Luca ha dimostrato con il suo operato di lavorare bene per la Campania ed ha il nostro pieno appoggio. Se un amministratore dimostra di aver lavorato bene e si misura con il consenso, perché non dovrebbe continuare nella sua azione amministrativa? L’opera di crescita della regione può e deve proseguire con chi l’ha iniziata e portata avanti nel tempo».
Cosa manca oggi al centro sinistra per recuperare il consenso perduto?
«Prima di tutto l’unità di intenti. Diciamolo chiaramente, la Meloni ha il 26% dei consensi, il che significa che una proposta politica unitaria di tutte le forze di centrosinistra sarebbe ad oggi maggioranza nel Paese. Questo è il nostro obiettivo, e probabilmente è l’unico modo per sconfiggere la peggiore destra degli ultimi anni, che sta portando l’Italia a contare sempre meno in Europa e nel mondo. Come spesso dice Matteo Renzi, il Paese ha bisogno di politici e non di influencer. Abbiamo bisogno di chi si occupa del ceto medio, sempre più a rischio povertà, di chi crea posti di lavoro, di chi lavora per una sanità più efficiente, di chi guarda al futuro e al mondo che verrà. Di certo non ci servono ministri che non conoscono la storia e la geografia, parlamentari pistoleri o cariche dello Stato che non riescono a pronunciare la parola “antifascista”».
Un centro sinistra sempre più spaccato quello che oggi si presenta alle competizioni elettorali. Crede nell’ipotesi di una grande coalizione?
«Si. Se è vero che la stagione dei veti è finita, così come ha detto la segretaria Schlein, ogni forza politica che si riconosce nel centro sinistra ha il dovere di mettere in campo le proprie idee e proposte e, assieme alle altre, trovare punti comuni. È chiaro che questo si potrà fare solo se ognuno smetterà di legarsi al passato e si occuperà esclusivamente di ciò che vorrà fare nel futuro. L’apertura della segretaria del PD va in questa direzione, da quella è cambiato tutto. Ora bisognerà capire cosa accadrà».
Provinciali, si attende la riforma per permettere ai cittadini di tornare al voto…
«Il problema in realtà è diverso. Nel 2024 è opportuno perdere tempo nel discutere di questo? Chiariamoci, il punto non è sul ritorno al voto diretto dei cittadini ma sull’esistenza dell’ente stesso. La Legge Delrio del governo Renzi andava nella direzione opposta, con il depotenziamento delle province e l’istituzione delle città metropolitane, nel tentativo di sburocratizzare il sistema Paese. Ma certamente non sarà questo il modo per coinvolgere maggiormente i cittadini nelle scelte politiche».
Autonomia differenziata, quale la sua opinione?
«Totalmente contraria. L’autonomia differenziata tanto cara a Salvini è solo un modo per spaccare il Paese, ampliare il divario tra Nord e Sud a discapito ovviamente delle regioni più in difficoltà. In questo modo avremo un Paese a due velocità e divideremo gli italiani in cittadini di serie A e di serie B. Come Italia Viva siamo stati i primi a proporre la raccolta di firme per chiedere il referendum contro l’autonomia differenziata. Oggi, assieme alle altre forze di opposizione che hanno aderito, abbiamo superato di molto le 500 Mila firme e siamo pronti a dare battaglia fino alla fine, mettendoci come sempre la faccia. Saremo in tutte le città con o nostri banchetti. È una battaglia fondamentale per il Paese, e noi come sempre saremo dalla parte dei cittadini».