di Adriano Rescigno
E se il leader delle Sardine, Mattia Santori, etichetta come “divisivo” Vincenzo De Luca, lo stesso si offre per un incontro al fine di «Andare oltre il sentito dire». «Anche le Sardine sono state “divisive” a Bologna – dice De Luca a Santori – att quando si sono opposte ai rigurgiti di razzismo e di antisemitismo, e al linguaggio violento che dilaga. Anche Papa Francesco è “divisivo” quando parla di ambiente, di Amazzonia, di povertà. Figuriamoci la Campania; qui è divisivo chi usa parole chiare e parla con i fatti». Excusatio non petita da parte delle Sardini che non sentono storie e chiedono il passo indietro di De Luca in nome dell’unità del polo che si oppone alla destra: «Abbiamo affermato che la figura e non la persona di De Luca è divisiva. Divisiva verso un percorso di unità che contrapponga un pluralismo di forze politiche e sociali alle destre, al sovranismo e ai valori ai quali ci opponiamo dal 14 novembre. Crediamo di non dovere nessuna risposta nel merito dei suoi pregi o demeriti amministrativi. Le sardine campane avranno modo e tempo di rimarcare le problematiche emerse in questi 5 anni! Abbiamo molto da ridire sul linguaggio spesso adottato dal presidente della regione Campania; anche questo è un tema sul quale sempre ci batteremo. Quello che ci preme ribadire è la richiesta di un atto di generosità da parte di De Luca, nel fare un passo di lato e mettersi a disposizione di un processo unitario». De Luca non ci sta ad essere appellato “divisivo” e dunque: «Qui, nelle nostre istituzioni, c’è chi risana i bilanci, e chi sprofonda nei debiti; c’è chi combatte le clientele, e chi le coltiva; c’è chi combatte la camorra e le intimidazioni, e chi le subisce; c’è chi parla di lavoro e chi lo realizza; c’è chi risana la sanità, e chi la distrugge; chi risana le aziende di trasporto, e chi le porta al fallimento; c’è chi dà il trasporto gratuito a 130.000 studenti, e chi lo toglie anche ai pensionati; chi realizza opere pubbliche, e chi non riesce a manutenere neanche i cimiteri; chi sostiene le università e la ricerca e le borse di studio, e chi promuove matrimoni neomelodici con cavalli bianchi; c’è chi investe nella cultura, e chi alimenta il plebeismo… E si potrebbe continuare a lungo – dice il governatore – che passa al contrattacco anche se poi termina con l’apertura al dialogo consapevole di non dover essere “divisivo” – Le sardine, in Emilia, hanno detto cose importanti: rifiutare la violenza del linguaggio; difendere i valori umani e costituzionali; respingere le banalità, il propagandismo, valorizzare le competenze, i fatti concreti. Io sono d’accordo. So che ci sarà una iniziativa delle sardine a Scampia. Se si ritiene può essere un’occasione importante per un confronto di merito, a partire dalla conoscenza piena della realtà regionale, oltre il “sentito dire”».