“Lavori e denominazione della nuova variante a Corso Vittorio Emanuele, tutto fermo dal 2018” E’ lo sfogo di un residente della zona, Gerardo Fontanella, che nel 2018 ancora prima del taglio del nastro, inizio la sua battaglia per far prevalere i diritti che comune, Rete Ferroviaria in comune accordo avrebbero dovuto consegnare la messa in sicurezza del tratto. Un calvario quello di Fontanella che dal 2016/2017 inizio a documentare con foto e invii fate di raccomandate all’ ente comune di documentazioni ed altro genere di segnalazioni. Un reportage dello stato dei luoghi e della pubblica illuminazione non consona a pare di Fontanella, visti i continui lavori eseguiti. “Sono trascorsi tre anni dalla inaugurazione di quella che io ho sempre definito una “strada poco regolare” e, nonostante i fiumi di inchiostro versati in ogni sede, le parole dette sia al vento che ai (ir)responsabili di enti vari, tale si è rilevata. Si è passati da una “non conformità del tracciato stradale” (che è risultato inequivocabilmente essere, appunto, non conforme) a tanti regolamenti, leggi e codici (tra cui quello della strada) che sono stati puntualmente disattesi. Si è passato da un illecito all’altro, senza alcuna vergogna istituzionale. Si inizia da un dato di fatto inconfutabile, cioè il non rispetto degli impegni e delle autorizzazioni avute in fase di scrittura dell’Accordo di programma che fu sancito nella convenzione (8/2010). L’autorità di bacino aveva dato il suo parere parziale e subordinato all’attraversamento in parola del canale S. Tommaso, all’eliminazione, realizzazione e messa in funzione della fognatura di Angri. Ma si era anche espresso sull'attraversamento del canale con altra e separata progettazione (ad oggi io non so se questo sia mai successo). Non si capisce perché si sia voluto fare nel non rispetto delle leggi, dei regolamenti e soprattutto dei pareri in fase di accordo non rispettato, la bussola di quasi tutti gli interventi all’interno di questa Via Crucis che non trova fine. Potrei dire che la dismissione del primo tratto del Canale S. Tommaso è di certo illegale e illegittima, come si evince facilmente dalla documentazione in possesso di tutti coloro che hanno voglia di leggerla, me compreso. Posso dire che a iosa ci sono state denunce fatte sia dal Consorzio di Bonifica e sia di Arcadis tra il 2016 e il 2017. Nello stesso ambito si potrebbe dire che il progettista abbia candidamente ammesso che per lui il canale soppresso abusivamente era un canale superficiale e già questo la dice lunga sul progetto. Tutto ciò mentre non si provvedeva nemmeno a vedere e a sapere dove stesse e come si stava progettando questa Opera (Immonda). Da quando, per colpa di queste leggerezze e di non competenza tecnica e progettuale, si sono trovati in un mare di guai (comune compreso) potremmo dire che ci si è trovati a mettere pezze peggiori dei buchi che si cercavano di coprire. Volendo entrare nello specifico, ecco alcune delle, come dire, “anomalie” (per non urtare qualche tecnico o qualche responsabile), di cui parlavo in premessa: Si va dal diametro delle tubazioni usate per la deviazione Abusiva del S. Tommaso all’opera idraulica di uno spessore aberrante, ovvero quella di fare passare le tubazioni da loro posate sotto le tubazioni già posate da Arcadis, inventandosi un sifone di portata inadeguata al compito da svolgere. Potrei dire che nessuna delle soluzioni messe in campo da questi inesperti e non competenti individui, nonché la gestione di tali lavori abusivi, sia stata efficace. Potrei dire che la sede stradale è stata adeguata quasi alla fine rubando lo spazio occupato giustamente dalle zanelle laterali e potrei aggiungere che, con questa mandrakata, sono riusciti a saltare l’ennesimo fosso. Potrei dire che buona parte delle mattonelle posate sui marciapiedi sono quasi tutte BALLERINE. Potrei ancora dire che la posa della segnaletica verticale e orizzontale non rispetta il Codice della Strada. Potrei dire che diversi segnali stradali prima inclinati, forse perché qualche automezzo pesante lo abbia divelto, stanno nel raggio di manovra dello stesso e aggiungere che i suddetti non sono più stati ripristinati, mentre gli altri che indicano la sagoma della strada in curva ne sono rimasti solo due in posizione, su sei iniziali. Quindi io mi domando se non sono stati ripristinati vuol dire che non hanno motivo di essere stati installati in origine, e quindi superflui: peccato che gli organi competenti non siano dello stesso avviso anche nel merito di questo argomento. Potrei dire che l'accordo di programma prima e la convenzione dopo parlano di un “sottopasso viario”, invece è venuta fuori una galleria anch’essa non conforme. Potrei dire che lo scarico delle acque di pioggia della strada è stato convogliato verso via Nazionale e collegato nelle tubazioni della fogna gestite da Gori, la quale sembrerebbe non avere mai dato il suo assenso a tale scarico, che sarebbe pertanto, come potrei dire? Abusivo forse? Tanto è che la stessa Gori si è vista costretta a tutelarsi Invitando e diffidando la società che stava provvedendo all’allaccio a evitare tale scarico. Potrei dire che anche con la posa della seconda tubazione di scarico nel S. Tommaso si sia incorsi in una operazione anch’essa abusiva e manchevole di alcuna autorizzazione. Potrei dire che ci sono perdite per acque affioranti di falda le quali sono sempre sinonimo di lavori fatti in modo discutibile, e ben si è pensato di dirottarle nella vasca che raccoglie le acque della strada, tramite le stesse pompe immesse nel S.Tommaso abusivamente. Ma potrei anche dire che tutto questo è un valido e grande dispendio di energia elettrica di usura e manutenzione sulle pompe elettriche atte a spingere le acque nella tubazione con scarico abusivo nel S.Tommaso. Il comune si è fatto carico della normale manutenzione ordinaria e di illuminare la strada e la galleria, per poi farsi carico di fornire energia elettrica alle pompe per la sola parte delle acque piovane. Di conseguenza l’apporto delle acque di falda di risalita sono di natura infinita e quindi noi cittadini siamo e saremo costretti a “pagare in modo infinito tutta la energia elettrica consumata per le pompe oltre la manutenzione ordinaria e straordinaria delle pompe stesse”. Potrei parlarvi degli allagamenti davanti alla palestra, risolti con un altro allaccio in una vecchia tubazione esistente e di proprietà di un privato. Potrei dirvi che per quel lavoro è stato chiesto al comando di Polizia Locale il permesso di chiudere la strada per ripristinare tombini e grate per la raccolta delle acque che in quel luogo erano assenti (tombini e grate),e che poi, solo dopo la sistemazione, sono usciti come per incanto. Alla fine sono spuntati 6 caditoie per la raccolta delle acque della strada che non erano mai state presenti in quel luogo: altra Mandrakata. Chissà se Gori è stata avvisata. Potrei dire che la ditta ha avuto contro 5 ordinanze sindacali oltre a diffide e ad altri atti, ma incurante di tutto è riuscita a consegnare la strada. Potrei dire che a cadenza di 3/6 mesi si deve provvedere al ripristino dei tombini e delle grate che sono stati posati in opera in modo discutibile (tanto è vero che la manutenzione viene fatta di continuo sugli stessi tombini), ma che si è costretti ad intervenire sempre più frequentemente, causa lavori fatti in modo, diciamo “creativo” (per non dire approssimativo e superficiale, quando non si è sconfinati nell’abusivismno). Potrei dire che i corpi illuminanti della strada sono stati sostituiti, sembrerebbe in maniera non autorizzata, quindi abusiva. Potrei dire che il provveditorato delle OOPP ha inviato due relazioni sullo stato della strada, entrambe disattese da chi si è visto recapitare tali missive: Comune e Rfi Spa Nella relazione di settembre 2020 vengono smontate una volta per tutte i tentativi di fare passare per buono ciò che non è e non potrà mai essere tale, tanto è vero che i 2 enti sopracitati (Comune e Rfi) null’altro hanno potuto produrre se non dei goffi tentativi di arrampicarsi sugli specchi. Potrei dire che l’opera del sottopasso pedonale così tanto pubblicizzata e presentata ad oggi non è ancora partita, nonostante siano trascorsi più di 1100 giorni dalla inaugurazione della strada nuova. Potrei dire che la rimodulazione della strada, auspicata e quasi obbligata dal provveditorato Oopp ad oggi è ignorata, con piena nonchalance da parte di Comune di Angri ed Rfi. Potrei dire che a mio parere tante e tali sconcezze ( termine di educazione) non siano mai state viste in una sola opera. Potrei dire che tutti hanno detto che il lavoro non era e non è conforme. Potrei dire che solo l’amministrazione è stata dello stesso avviso (sbagliando credo) della ditta, avallando tutto quello che è stato messo in campo finora. Potrei dire che al momento del taglio del nastro anche il prete era “abusivo” (ovviamente in senso buono stavolta) tanto è vero che ne fu artefice uno “fuori della sua giurisdizione”. Potrei dire che sono 6 anni che va avanti la mia disavventura con queste persone poco competenti visto che il tempo e i documenti ricevuti da tutti gli enti dicono quello che io avevo intuito già all’indomani del primo evento di allagamenti. Ad oggi sembrerebbe che le esondazioni siano di meno. Potrei dire che vi sono tante tante cose. Potrei dire che le cose strane sono state e sono tante. Potrei dire che ho informato della cosa la magistratura più di una volta (aspetto esiti), Il signor Prefetto ,ma ognuno delle persone o enti a cui ho rivolto le mie domande oltre a darmi ragione (non possiamo fare nulla perché non abbiamo competenza, queste sono le parole più usate), non hanno potuto fare altro. Potrei dire che ogni Documento che negli anni ho avuto modo e piacere di leggere e conservare non fa altro che avvalorare le mie convinzioni. Spero solo che qualcuno possa mettere la parola fine a tutto questo.Potrei dire che tutto L’accordo di programma è stato letto in maniera sommaria, potrei parlare del cavalcavia anch’esso non proprio conforme al Codice della Strada sia per sagoma e sia per larghezza. Potrei anche dire che le stesse mancanze viste per la galleria siano uguali per il cavalcavia. Potrei dire che siamo in balia di forbicisti spietati che pur di tagliare vanno avanti tutta (Il plurale non è a caso). JeanFranck Parlati
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