Francesco D’Arcangelo ha fissato l’anteprima della ripresa della stagione domani in Sala Pasolini alle ore 11,30, con il concerto del Duo Escualo, composto dalla chitarrista Francesca De Filippis e dal cellista Francesco Parente con degustazione a cura di Tralci Hirpini
Di Olga Chieffi
Con le domeniche di ottobre e novembre ritorna Salerno Classica, promosso dall’Associazione Gestione Musica, guidata dal cellista Francesco D’Arcangelo, che la porta a spaziare tra i diversi generi musicali e prestigiosi ospiti, puntando a recuperare i valori della musica in un’ottica di dinamicità, innovazione, esperienza e dialogo, che ha portato la direzione ad ottenere il finanziamento dal Fondo unico per lo Spettacolo per un triennio. Francesco D’Arcangelo ha fissato l’anteprima della ripresa della stagione domattina in Sala Pasolini alle ore 11,30, con il concerto del Duo Escualo, composto dalla chitarrista Francesca De Filippis e dal cellista Francesco Parente con degustazione a cura di Tralci Hirpini. Una anteprima d’autunno, che sarà come un ritrovarsi, in questo concerto aperitivo, che saluta la prestigiosa sinergia con il Teatro Pubblico Campano, il comune di Salerno, la Regione Campania e, naturalmente, il patrocinio del Ministero della Cultura. Una combinazione incantevole, sorprendente e insolita: il ricco calore del violoncello e il delicato timbro della chitarra sono perfettamente in sintonia tra loro nelle mani della chitarrista Francesca de Filippis e del violoncellista Francesco Parente. Un programma che dimostra al di là di ogni dubbio quale rapporto sorprendente e squisito possano raggiungere questi strumenti apparentemente incompatibili, e l’attenzione del duo a divulgare musica di musicisti contemporanei. Il concerto principierà un omaggio a Radames Gnattali, compositore che appartiene alla terza generazione della scuola brasiliana. La chitarra occupa una posizione di rilievo nella sua vasta opera. Oltre alle composizioni solistiche e ai sei concerti con orchestra, Gnattali ha prodotto numerosi brani per formazioni da camera. Di queste, la Sonata per violoncello e chitarra, composta nel 1969, è probabilmente quella oggi più conosciuta. Sebbene quest’opera in tre movimenti sia modellata sulla forma classica della sonata, l’uso da parte di Gnattali di elementi ritmici e armonici adottati dalla musica tradizionale brasiliana crea uno stile musicale sorprendentemente personale. A seguire la Suite n°1 per chitarra e cello del compositore italiano Raffaele Bellafronte, innamorato della musica sia Jazz che popolare che ha riversato nei quattro movimenti di questa suite. Il cello rivelerà l’intera gamma di ciò che può fare questo strumento, dai timbri al virtuosismo, toccando tutti generi, dagli idiomi jazz al rock al Tango, rendendo percussiva la tavola armonica dello strumento, forse in questa opera influenzato dai King Crimson. Finale con una composizione del giovane compositore Francesco Sgambati con Fuga dal tempo, opera dal discreto fascino o dal fascino discreto, con un grande talento timbrico molto produttivo il flirt continuo con l’idea zen di un suono essenziale e mistico, con una drammaturgia, un accumulo di tensione, un punto d’arrivo, simbolo di una che si confronta col suo altrove. Ricordando il suo maestro Salvatore Sciarrino ove “La bellezza affiora, fragile, nell’ascoltare il divenire delle cose, ed induce una forma suprema di nostalgia senza perdita”. Momento conviviale con l’azienda Tralci Hirpini, di San Michele di Serino, pluripremiata in tutta Europa, che ha nel Taurasi e nel 27 – Campania Bianco I.G.P. le sue punte di diamante . Oggi, tra i vigneti di queste terre fortunate, a spiccata vocazione vitivinicola, dove la vite di Aglianico ha trovato il suo habitat naturale e regala le sue migliori espressioni, passato e futuro si incontrano. In ogni nuova tecnologia e in ogni progetto c’è la voglia di creare qualcosa di unico, come i prodotti di questa terra, dove tutto ha avuto inizio. Tralci Hirpini, frutto dell’amicizia di Gianluca Rotondi, Sabato D’Apolito e Francesco Boglione, crede nel rispetto della natura e del terroir unico e prezioso che ci circonda, nella ricerca dell’eccellenza, nell’attenzione al dettaglio e nella sperimentazione continua, in cui i linguaggi delle arti si confondono osmoticamente con quelli del vino.