L’arte per la Giustizia incontra la bellezza - Le Cronache Spettacolo e Cultura
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L’arte per la Giustizia incontra la bellezza

L’arte per la Giustizia incontra la bellezza

Presentata ieri mattina a nel Salone del Gonfalone del Comune di Salerno,la V edizione della manifestazione organizzata dal Conservatorio Statale di Musica G.Martucci, da un’idea di Imma Battista e Olga Marciano, che si svolgerà a Palazzo Fruscione dal 5 al 23 ottobre

Di Olga Chieffi

La bellezza, raccogliendo approvazioni indiscutibili, aiutava ad assicurare un consenso anche alla morale. I nostri antenati greci avevano un sistema di valori indivisibile, fatto di giustizia e bellezza.  Una relazione armonica tra bellezza e giustizia sopravviveva nel Rinascimento, insieme a un rapporto tra piazza e palazzo. Ma il protestantesimo e la modernizzazione spaccano questa unione, in nome di una giustizia ascetica e della funzionalità. Il bello, non essendo direttamente utile, si incammina in direzione del passatempo e dell’investimento. Intanto, privatizzazione e razionalizzazione della vita eliminano la piazza, dove si godeva la bellezza gratuitamente e insieme. L’arte si fa specialistica e la massa si abitua alla bruttezza come condizione normale. Ma il cinismo verso i valori della giustizia, che la società di oggi si rimprovera, potrebbe derivare anche dall’aver eliminato quelli della bellezza, da cui la loro radice è inseparabile. Uno spunto questo di Luigi Zoja, che potrebbe essere soggetto di questa quinta edizione de’ “L’Arte per la Giustizia” firmata da Imma Battista, che sposa, quest’anno la terza de “Le Stanze dell’Arte” di Olga Marciano, ieri mattina, protagoniste nel Salone del Gonfalone di Palazzo di Città, per la presentazione da parte delle due artiste e della dirigenza del Conservatorio G.Martucci di Salerno ospite del Sindaco Enzo Napoli rappresentato dal suo consigliere alla cultura Ermanno Guerra. La conferenza, nelle parole di Fulvio Artiano, non avrebbe mai potuto iniziare senza il ricordo di Fulvio Maffia, ad un anno dalla sua scomparsa, amico, uomo, direttore, che gli ha lasciato un testimone pesante. E’ questa una manifestazione in cui i linguaggi, i segni dell’arte visiva e musicale, unitamente a quella della parola si contaminano ha affermato il direttore Fulvio Artiano, un intreccio, ma noi parleremmo di osmosi, che è parte centrale oggi di tutte le accademie. Si è sempre parlato di toni, di partitura, di tavolozza, ombre, luci, colori, sia in musica, che in arte visiva, ma balance, urti, amalgama, armonia, sono parte di tutte le arti sino a quella equestre e culinaria. Così dal 5 al 23 ottobre vivremo sia la mostra, che non è una collettiva – dichiara la Marciano – ma personali, con l’obiettivo di offrire la giusta dimensione ad ogni artista, che ha in tal modo la possibilità di raccontare il suo progetto creativo, attraverso l’esposizione di un certo numero di opere ispirate alle tematiche de’ “L’Arte per la Giustizia”. L’edizione 2024 propone sei appuntamenti i cui temi sono strettamente dedicati ai più recenti dibattiti politici: L’intelligenza artificiale, La famiglia, La terra e l’ambiente, L’alimentazione, L’inclusione, La donna e l’impresa. Ogni tema, come nelle precedenti edizioni si articola in tre diversi momenti che sono costituiti dall’inaugurazione di una mostra; da una conversazione con esperti e studiosi del tema proposto e da un concerto o concerto spettacolo. A cimentarsi con le arti visive, tra cui ammireremo anche il segno di Imma battista con Rosso opera, ci saranno Cinzia Bisogno (CiGno), Laura Bruno, Concetta Carleo, il fotografo Lello D’Anna, Filomena Daraio, Roxana Esposito, Cinzia Gaudiano, Lello Gaudiosi, Cristina Iotti, Ida Mainenti, e ancora Olga Marciano con Blossom, Antonio Mariconda, Kane Mclay, Valeria Nuzzo, Nicola Pellegrino, Giacomo Pirozzi, Silvia Rea, Maria Scotti, Sabrina Tortorella e Beatrice Zappia. Il vernissage, intitolato Foll IA, dedicato all’intelligenza artificiale saluterà alle 18, l’intervento musicale del Maffart Singers Ensemble diretto da Irma Tortora e Marilena Laurenza, quindi l’intervento di Giuseppe Borrelli, procuratore della Repubblica in Salerno e dello psichiatra Giulio Corrivetti. Quindi a seguire, il concerto inaugurale per voce recitante, violino, pianoforte e computer con musiche di Maurizio Giannella. Patrizia Battista al violino, Salvatore Giannella al pianoforte e la partecipazione straordinaria di Roberto Del Gaudio quale voce recitante per i “Canti Orfici” di Dino Campana. L’essenza di questo progetto va cercata nel regno molecolare del divenire trasversale. Le pulsazioni che vibrano attraverso la musica e la poesia non sono ricorrenze misurate, ma ritmi a-metrici dell’incommensurabile e dell’ineguale. E il tempo rivelato nella musica è più quello di aion che di chrònos, il tempo fluttuante dell’haecceitas e del divenire di un symbolon caleidoscopico e iridescente. Nel corso di questo ottobre, tanti i concerti e gli incontri che vi presenteremo giorno per giorno, dal Martucci String Ensemble, al duo pianistico di Luisa Donisi e Ylenia Taurisano, a quello funambolico di Massimo Demetrio Trotta e Lucio Grimaldi, ai concerti di Giuseppe Scigliano con Marsico e Gaia Bassi a quello lirico con le migliori voci della nostra massima istituzione musicale. La musica non è un prodotto dell’uomo, non è creazione nel senso consueto del termine, ma che essa sta nell’uomo, è la sua stessa vita, è il ritmo interiore ed esteriore che regola il suo comportamento, è la legge liberamente assunta che modula dall’interno ogni sua ora, è il tempo che prende forma e che non viene lasciato, così, fluire senza argini, come acqua su pietra. La melodia rappresenta l’estremo tentativo umano di catturare l’uniformità del tempo nel suo scorrere ineluttabile e disperante, di piegarlo alla sua volontà creatrice, costringendolo in ritmi che esprimano le scansioni interiori della vita. E’ per questo che ci accingiamo ad attuare in questo lasso di tempo la musica delle azioni, fedele specchio di un crogiuolo di culture e di storie, politiche, oggi, più che mai precarie e instabili, guardando indietro, ai padri greci quando tra etica ed estetica non c’era distanza: erano due diverse facce della stessa qualità: la virtù, l’eccellenza.

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