
Tiene banco la morte della paziente Cristina Pagliarulo avvenuta al Ruggi di Salerno, in seguito a una carente e tempestiva assistenza, così come hanno evidenziato alcuni dettagliati servizi giornalistici. Al di là del tragico evento, che già da solo esigerebbe un’attenta indagine sui livelli di efficienza del Pronto soccorso del maggiore ospedale salernitano, peraltro presidio universitario, inquieta la risposta fornita dal direttore generale del nosocomio, il dottor Vincenzo d’Amato, per il quale sembra che nulla di particolare sia avvenuto, non avendo egli rilevato alcuna palese e censurabile inefficienza e nessuna colpa da parte dei sanitari e dei servizi di supporto della struttura di emergenza. Il cardiologo Carmine Landi, presidente dell’Associazione Grazie di Cuore, impegnato da anni in molte battaglie tendenti all’efficientamento delle strutture sanitarie, ha scritto al sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e al prefetto Francesco Esposito, per allertare le istituzioni sul grave fatto verificatosi, affinché non si registrino più nuovi episodi così gravi. «La risposta del direttore generale Vincenzo d’Amato sulla morte della paziente Cristina Pagliarulo è la prova – scrive Landi – di un mancato rispetto verso la paziente deceduta e verso l’intera collettività: se si afferma che sono state messe in atto tutte le procedure per diagnosticare il male con le giuste tempistiche, perché allora la paziente è deceduta?». Alla luce anche di altri episodi poco chiari censiti dall’Associazione Grazie di Cuore e che in tempi brevi potrebbero essere resi noti, il cardiologo Landi fa un appello ai pazienti che sono ricoverati presso il Pronto soccorso del Ruggi o che potrebbero essere accolti in futuro da quella struttura: «Invito tutti i pazienti a non firmare mai le dimissioni presso il Pronto soccorso. Devono aspettare di essere dimessi, perché le dimissioni dovrebbero scaturire da una valutazione completa e seguite da ulteriori eventuali indagini, al fine di garantire che i pazienti non vengano rispediti a casa senza un’adeguata diagnosi e un adeguato trattamento». Perché il cardiologo Carmine Landi lancia questo allarme? Ecco il motivo, esposto con dovizia di particolari nella lettera-esposto al prefetto di Salerno e al sindaco della città capoluogo: «Nella maggior parte dei casi i pazienti vengono spinti alle dimissioni per motivi burocratici o per una più rapida gestione del tempo, con evidente compromissione della loro sicurezza sia in caso di patologie cardiovascolari sia in caso di altre gravi condizioni. Uscire dal Pronto soccorso con la richiesta, rivolta al paziente, di ulteriori indagini sul territorio – chiarisce Landi – è decisamente assurdo perché tale condizione lascia ineluttabilmente il paziente in una condizione di grave precarietà, senza una valutazione seria e adeguata del suo stato di salute». Landi chiede alle massime autorità sul territorio di far sì che cessino incongruenze e problematiche di questo tipo, attraverso un’analisi attenta dell’attuale situazione che consenta di affrontare il gravissimo problema nella sua globalità, anche destinando al Pronto soccorso professionalità di altissimo livello: «Soltanto una nuova generazione di medici consapevoli e responsabili sarà in grado di proteggere i pazienti e assicurare la salvaguardia della salute pubblica». Da qui la richiesta del cardiologo salernitano, da sempre impegnato nella battaglia per il rafforzamento della sanità pubblica, di una immediata convocazione di tutti i sindaci dei Comuni accorpati al Ruggi d’Aragona, «al fine di riflettere seriamente per trovare un rimedio a questo triste degrado della sanità pubblica, dal momento che il Pronto soccorso è il primo presidio della salute collettiva e bisogna agire nella direzione di migliorarlo e potenziarlo». Necessario quindi un tavolo istituzionale di confronto, aperto alle forze sociali. A quest’appello risponderà qualcuno? L’auspicio è che perlomeno dall’autorità di governo giunga un segnale concreto.