Pandemia, venti di guerra e caro bollette un mix micidiale per migliaia di attività commerciali in Italia e anche in provincia di Salerno, un tessuto sociale che negli anni si è ulteriormente impoverito che ha costantemente bisogno di supporto e di sostegno per alimentare vita quotidiana di cittadini e lavoro di piccoli e medi imprenditori. È questa la fotografia impietosa per grossi versi che Confesercenti provinciale Salerno traccia dopo tre anni tremendi di “crisi” alle quali si aggiunge l’inflazione lo spettro della dura recessione e la certificazione della speculazione, elemento quest’ultimo che infastidisce forse in maniera preponderante la pubblica opinione e lede oltre ogni misura le “tasche” di molti piccoli consumatori. Un dato che certifica un momento storico davvero critico è la continua, e costante purtroppo, chiusura degli esercizi commerciali tradizionali e storici vera anima delle cittadine salernitane, cuore pulsante delle nostre comunità, che non riescono più a mantenere l’onda d’urto delle continue “crisi” ed inesorabilmente vengono fagocitate dalla velocità del cambiamento che appartiene ai giorni d’oggi. «Tante le cause, il mondo economico è cambiato in maniera velocissima negli ultimi 10 anni il boom dell’e-commerce ha devastato i negozi di vicinato e tradizionali, baluardi e presidi indispensabili delle nostre comunità per i quali si è fatto troppo poco e solo nell’ultimo periodo si è pensato di programmare i distretti del commercio forse unica ancora di salvezza se adeguatamente finanziati, ma anche un ricambio generazionale che non c’è stato per la maggior parte delle attività i “figli” dei commercianti hanno scelto di studiare di puntare alle professioni o ad altro come ad esempio alle opportunità dell’economia digitale – dichiara il presidente provinciale di Confesercenti Raffaele Esposito – È chiaro che un commerciante che è prossimo alla pensione sceglierà di chiudere se non ha l’elemento della continuità aziendale, prosegue il Presidente Esposito, ma non solo, affitti alle stelle, caro energia e caro vita hanno determinato una lenta agonia delle attività tradizionali che unitamente alla pressione fiscale si sono trasformate in attività a tempo per arrivare alla soglia minima pensionabile e “gettare” la spugna, non possiamo assolutamente condannare tale atteggiamento dopo una vita di lavoro e di sudore è giusta questa considerazione, resta però il rammarico e la consapevolezza, almeno per la parte istituzionale, di aver fatto poco per il sostegno e la continuità di queste attività. Ricordavo prima i distretti del commercio per i quali siamo impegnati in prima linea sul territorio provinciale salernitano stimolando gli enti locali e per i quali stiamo chiedendo alla regione massimo impegno anche attraverso un rifinanziamento della progettualità e le attività di “solidarietà” e sostegno che a breve andremo a sostenere nuovamente anche in ambito camerale come il premio impresa storica fermo per le questioni pandemiche, appuntamento di riflessione, confronto e solidarietà che mai come oggi, assistendo alle infinite chiusure commerciali, dovrà tornare in auge. Abbiamo anche nel recente passato lavorato ad una piattaforma digitale (www.buymore.it) per consolidare la tradizione dei nostri esercizi storici e tradizionali ma offrire allo stesso tempo opportunità digitali e di economia circolare». Confesercenti non vuole lasciare sole e nel dimenticatoio le attività commerciali che da decenni hanno dato vita e lustro alle nostre comunità.
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