Il cantante stasera alle ore 21, presenterà all’Anfiteatro Romano di Avella il suo ultimo lavoro discografico, ospite della ventiduesima edizione di Pomigliano Jazz
Di OLGA CHIEFFI
Artista la cui musica è contemporaneamente senza tempo e attuale, Gregory Porter consolida la sua posizione di massimo protagonista fra i cantanti e gli autori soul jazz della sua generazione con la pubblicazione di “Take Me to the Alley”, attesissimo lavoro che verrà presentato questa sera, alle ore 21, al festival Pomigliano Jazz, nel suggestivo scenario dell’Anfiteatro Romano di Avella. Gregory Porter si presenterà alla testa della notevole band formata da Tivon Pennicott sax e corni, Chip Crawford, pianoforte, Ondrej Pivec, organo hammond, Jahmal Nichols, basso, ed Emanuel Harrold alla batteria. Una delle più belle rivelazioni degli ultimi anni, nella variegata galassia della musica black, ex giocatore di football americano che, grazie a un provvidenziale infortunio, Porter si è dedicato al gospel e ai musical per vent’anni, prima di diventare una celebrità a quarant’anni. Dalla lunga gavetta ha imparato a padroneggiare con classe e con intensità il soul, il gospel, il blues e il jazz, riuscendo a mettere d’accordo pubblici assai diversi, affascinati da questo interprete che, con la sua versatile voce baritonale, ambrata e suadente, è in grado di toccare le corde più profonde degli ascoltatori. “Holding On” il brano di apertura, del progetto, offre a Porter l’opportunità di presentare la propria versione, assai diversa, del singolo che lo ha visto interprete e co-autore dello stesso brano dei Disclosure nell’album Caracal. “Il travolgente blues di “Don’t Lose Your Steam” è il primo singolo ufficiale tratto dal nuovo album e contiene parole di incitamento nei confronti del figlio, stimolandolo a raggiungere gli obiettivi prefissi nonostante le difficoltà. Nato a Los Angeles, cresciuto a Bakersfield, con un’infanzia difficile, sostenuta però dalla passione per la musica e per la voce di Nat King Cole, Gregory Porter esordisce nel 2010 con il disco “Water” che gli valse la prima nomination ai Grammy come “Best Jazz Vocal”, fatto eccezionale per un disco d’esordio. Il successo arriva nel 2012 con il secondo album “Be Good”, con cui si aggiudica la seconda nomination ai Grammy, questa volta come “Best Traditional R&B Performance”. “Liquid Spirit”, il suo terzo lavoro, segna la sua definitiva consacrazione tra i più interessanti vocalist della nuova generazione. Con una voce che sa essere carezzevole e decisa, calda e avvolgente, Porter è stato definito da Wynton Marsalis, con cui si esibisce spesso a New York, “un cantante fantastico”. Reduce dai sold out alla Royal Albert Hall di Londra e all’Olympia di Parigi, ha trovato una sua via per portare il jazz al grande pubblico, grazie a un talento indiscutibile, una straordinaria voce baritonale e un’irresistibile carica comunicativa. Tra i nomi di coloro che Gregory Porter guarda come propri punti di riferimento ci sono oltre a Nat King Cole anche Joe Williams e Donny Hathaway. Il suo stile vocale è stato plasmato dall’esempio di questi cantanti, ma la sua personale visione del mondo carica tutti i brani di una tale intensità emotiva da rendere ogni esecuzione estremamente potente ed unica.