Andrea Pellegrino
Quarantasette. È questo il numero dei decessi tra gli ex dipendenti della Marzotto di Salerno. Una strage (silenziosa) dell’amianto che ha colpito quasi il cinquanta per cento dei lavoratori dell’ex stabilimento della zona orientale della città, che resta ancora in bella mostra senza una adeguata bonifica. Quarantasette persone, tutte affette da patologie oncologiche. Tutte riconducibili – in parte o totalmente – all’esposizione all’amianto. Una circostanza, questa, accertata (almeno sulla carta) in quasi tutti i gradi di giudizio, senza però ottenere nessun beneficio economico. E se i lavoratori proseguono la loro battaglia per vedersi riconoscere il proprio diritto, i parenti delle persone decedute ne proseguono un’altra per vedersi riconoscere la malattia professionale. Una strada lunghissima ed in salita che si scontra con gli istituti previdenziali, pronti a farsi restituire le somme precedentemente riconosciute a parte dei lavoratori, decisi, invece, a bloccare le erogazioni. Ma gli avvocati Dante Stabile ed Anna Amantea vanno avanti con il sostegno agli ex lavoratori e alle rispettive famiglie. Ed in questa vicenda assurda, le storie e le testimonianze si susseguono. Una settimana fa Le Cronache raccontò alcuni episodi a danno di pensionati. Accanto a questi ci sono le storie più tristi. E’ il caso di Lorenzo Fioraso, uno storico dipendente dell’ex Marzotto deceduto ad agosto. La moglie, anche lei dipendente dello stabilimento, combatte la sua duplice battaglia: quella sua per il riconoscimento dei benefici e quella del marito per ottenere «giustizia». Lorenzo – racconta la donna – «è stato un punto di riferimento per tutti i dipendenti dell’azienda. Il papà è stato il custode dello stabilimento tessile». Un sindacalista attivo che per primo si è fatto carico di ogni iniziativa. La sua è una delle testimonianze contenute nella relazione redatta dal dottore Barone e portata in giudizio. L’ultima certificazione dell’Asl reca la data del 24 aprile di quest’anno, pochi mesi prima della morte. L’oncologa dell’azienda sanitaria salernitana scrive: «All’anamnesi remota risulta che il paziente è venuto a contatto con l’amianto, noto cancerogeno e la cui esposizione è correlata a varie patologie tra cui tumori polmonari». Stessa patologia che ha colpito gran parte delle persone ad oggi decedute tra gli ex operai della Marzotto di Salerno. Ma per gli istituti previdenziali, tutto questo, non conta.