La Sra, no risponderà dei container manomessi - Le Cronache
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La Sra, no risponderà dei container manomessi

La Sra, no risponderà  dei container manomessi

di Monica De Santis

“La società Sviluppo Risorse ambientali è pronta a rispondere di quello che c’è nei container chiusi con il sigillo apposto dai propri dipendenti in fase di spedizione dall’Italia. Solo di questi”. E’ questa la sintesi di una lunga nota nella quale la Sviluppo Risorse Ambientali Srl, dice la sua in merito ai container di rifiuti rientrati dalla Tunisia lo scorso 22 febbraio a Salerno. Rifiuti sui quali si discute da mesi e che hanno messo in stato di agitazione i sindaci dei comuni della Piana del Sele, che domenica hanno manifestato per dire no al sito di stoccaggio che la Regione Campania vuole allestire nell’area militare di Persano. “Dovevano essere 212 i container colmi di rifiuti che la Regione Campania ha accettato di far tornare indietro. Ne sono tornati 213, senza che nessuno dall’Italia abbia mai potuto assistere ai controlli e alla rottura dei sigilli. Perché?” si chiedono dalla Sviluppo Risorse Ambientali Srl, che fa presente che da oltre due anni si sta opponendo fermamente a detta assurda scelta di rientro dei rifiuti operata sia dal Ministero degli Esteri che dal Ministero della Sviluppo Economico che dalla Regione Campania. Per Giorgio e Francesco Avagliano, legali dell’azienda autorizzata allo stoccaggio e al trattamento dei rifiuti con sede a Polla, da quasi due anni l’azienda stessa è al centro di una vicenda che “si muove tra l’inverosimile e il tragicomico e che vede oggi ben 213 container colmi di rifiuti di dubbia provenienza”. Secondo i due legali ininterrottamente la SRA ha inviato centinaia di comunicazioni a partire dal mese di gennaio 2020 e sino al mese di febbraio 2022 chiedendo alla Regione di verificare la presenza dei sigilli installati dall’azienda sui container ben due anni fa. “Ma nessuno ha mai ascoltato. E una volta scaricati i container nel porto di Salerno si è verificato quello che tutti temevano”. Mentre il governo tunisino, sconvolto già da scandali e arresti per corruzione che nulla hanno a che vedere con l’azienda salernitana, la Regione Campania e il Ministero all’Ambiente hanno deciso di riportare, senza nemmeno un contraddittorio, i rifiuti in Italia. “I sigilli sono stati manomessi ed i container aperti in Tunisia – accusano i legali dell’azienda di Polla – Richiusi non si sa da chi ed apposti sigilli non di SRA. In palese violazione della convenzione di Basilea. Basti pensare al solo container numero 213, in esubero rispetto alla spedizione originale, contenente “materiale bruciato”, come confermato anche da alcuni politici, senza alcuna analisi e miscelato dai tunisini, atto che già ne pregiudicherebbe la regolarità, secondo la legislazione internazionale. Ad oggi i container sono sotto controllo delle autorità, posti sotto sequestro dai Noe dei Carabinieri. “I container partiti dall’Italia avevano tutti i certificati d’analisi – contestano i legali dell’azienda, da anni impegnata nel ciclo di gestione dei rifiuti – Quelli tornati in Italia non hanno i sigilli di SRA apposti in fase di invio. Questo vuol dire che sono stati aperti e manomesso il loro contenuto. Ed una volta manipolato e maneggiato il suo contenuto, questo andava nuovamente campionato ed analizzato. Il rientro sic et simpliciter dei container, senza caratterizzazione – concludono gli avvocati – poteva essere disposto solo se i sigilli fossero stati gli stessi di quelli di invio. Ma così non è stato. Ed a nulla sono valse le diffide di SRA di verificarne la presenza. A breve – concludono gli avvocati Avagliano – depositeremo l’ennesima querela per traffico illecito di rifiuti affinché la Magistratura accerti realmente chi sia il vero responsabile del reato di traffico internazionale di rifiuti tra la Tunisia e l’Italia. La SRA è pronta a rispondere di quello che c’è nei container chiusi con il sigillo apposto dai propri dipendenti in fase di spedizione dall’Italia. Solo di questi. Non di altri rifiuti. La SRA non sarà “l’agnello sacrificale” di chi, per coprire le proprie negligenze e reati, prova ad addebitare alla stessa le colpe di questa vergognosa vicenda”.